Chi c’è dietro la cucina dell’Home Festival?

Dietro un grande festival musicale c’è sempre anche una grande cucina, abbiamo fatto due chiacchiere con chi fa mangiare tutti gli artisti dell’Home Festival.


Daniele Cauduro è colui che abita la cucina di uno dei festival italiani più famosi degli ultimi anni: l’Home Festival di Treviso. Arrivato alla sua ottava edizione quest’anno vanta tra i suoi headliner Alt J, Caparezza, The Prodigy, I White Lies e molti altri ad animare due giornate di musica con una line up fittissima.

Noi ci abbiamo fatto due chiacchiere e ci siamo fatti raccontare cosa significa essere al timone di una cucina pronta a servire artisti di ogni parte del mondo e con culture alimentari diverse tra loro.

 Home Festival

Ciao Daniele? O dobbiamo chiamarti Danny o Papà Danny? Come sei finito ad essere un pioniere nella cucina dell’Home Festival?

Ciao Dailyfood! Sono Dan Chef dell’Home Rock Bar . I miei colleghi mi hanno dato il sopranome “Papi” perchè adotto tutti i giovani che vengono a lavorare all’Home, cercando di coinvolgerli al meglio nel nostro lavoro.

Sei mezzo italiano e mezzo canadese, porti qualcosa del Canada nella tua cucina?

Conduco una carriera da Chef da quando sono ventenne, a Toronto, Canada; dall’ 1986 sono in Italia e ho intrapreso la mia vita gastronomica aprendo nuovi locali in Veneto. Ho avuto l’opportunità di far parte ad un progetto importante e ambizioso qual è il mondo Home Festival tramite il titolare Amedeo Lombardi che in pochi anni e riuscito a fare dell’ HF uno dei festival più importanti al livello nazionale ed internazionale. Sono un italo canadese con una preparazione e organizzazione professionale a livello internazionale, però sono sincero e convinto che la base della cucina italiana non ha eguali nel mondo, così completa e genuina con prodotti e materie prime di alta cucina “top quality”.

Qual è la mole di lavoro che comporta un festival musicale? Quante persone vanno servite in 3 giorni di rassegna?

Nel mondo backstage diamo agli adetti ai lavori, tra main artist, tecnici e responsabili di settore, dai 500 ai 600 pasti; tutto questo dura 6 giorni.

 3 richieste assurde che ti sono state chieste in sette anni di Home Festival.

Piatti o richieste assurde non ne ho mai avute perchè le nostre proposte culinarie sono sempre state accettate da queste persone, per qualità e varietà abbiamo sempre cercato un approccio ed un feeling da Home, come “casa vera”,  ed è per questo che penso che vengano apprezzate.

 Home Festival

E’ tutto sex drugs and rock n’ roll o alla fine gli artisti chiedono verdure alla griglia e petto di pollo alla piastra?

Secondo me gli artisti cercano un momento di pace dei sensi e raccolta di energie straordinarie, per poi trasmettere il tutto sul palco, e noi personale del backstage siamo scelti per cercar di creare quell’ atmosfera giusta per far si che questo fenomeno si avveri.

Nel corso degli anni hai legato particolarmente con alcuni degli artisti che fanno tappa al festival?

Penso e spero  che un po’ tutte le persone che passano per il nostro backstage vengano coinvolte in modo positivo in quello che facciamo. Il backstage è il cuore pulsante del Home Festival e  deve essere di gran impatto. Sono 6 giorni di super concentrato, di sensazioni straordinarie, duro lavoro e situazioni emozionanti e mozzafiato.

Ci sarà qualcosa di particolare o di nuovo nel menù che proporrai in questa prossima edizione dell’Home?

Con  la nostra cucina cerchiamo di accontentare i loro  gusti culinari con abbondanza di frutta e verdura fresca, preparata a crudo e cotto in 4 modi diversi, piatti di carne e pesce fresco, tutto di giornata, preparato tutto in modo semplice e più salutare possibile con quel tocco essenziale Italian Style in tutti i piatti ! Cercherò sempre di aggiornare la nostra proposta culinaria per far si che sia appropriata alle nuove esigenze del futuro; però alla base penso che ci debba essere sempre quella sensazione di “Casa”.

 Home Festival

Amicizia tra chef: ci sono colleghi nel mondo della cucina a cui sei particolarmente legato?

Per me l’amicizia tra colleghi è indispensabile per un continuo confronto e scambio di idee,  per la qualità e la ricerca di proposte culinarie nuove e innovative, indispensabile per un futuro importante.

Le regole base per far funzionare al meglio una squadra in cucina.

Formazione professionale, organizzazione, comunicazione, rispetto e pulizia sono le mie basi per lavorare nel modo migliore. Per noi del settore ogni giorno è un esame di maturità e io ce la metto tutta ad essere promosso a pieni voti.

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