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Crollo dei prezzi di angurie e meloni, Coldiretti: “Raccolta non sostenibile, servono controlli”

Nell’attuale stagione estiva, caratterizzata da temperature eccezionalmente elevate e da una prolungata siccità, gli agricoltori pugliesi si trovano di fronte a una crisi senza precedenti per quanto riguarda la coltivazione di angurie e meloni gialli.

Nel territorio brindisino, infatti, il prezzo all’ingrosso di questi frutti tipicamente estivi è precipitato a livelli talmente bassi da rendere antieconomica la raccolta. Coldiretti Puglia lancia un allarme grave: molti produttori sono ormai costretti a distruggere i raccolti direttamente nei campi, a causa del crollo delle quotazioni e dell’aumento dei costi di produzione.

Il crollo dei prezzi di angurie e meloni in Puglia

Nel cuore della campagna pugliese, il prezzo delle angurie si è ridotto a soli 9-10 centesimi al chilogrammo, una soglia che non copre nemmeno i costi di raccolta e trasporto. Situazione analoga per il melone giallo brindisino, il cui prezzo è sceso a circa 30 centesimi al chilogrammo, un valore inferiore a quello necessario per sostenere la produzione. Questi dati delineano un quadro drammatico per il settore ortofrutticolo locale, proprio nel periodo in cui la stagione estiva dovrebbe premiare il duro lavoro degli agricoltori.

L’emergenza economica è aggravata dal calo dei consumi e da fenomeni speculativi che si manifestano lungo la filiera, dal campo fino alla tavola. Il risultato è che i produttori ricevono una remunerazione irrisoria, mentre i prezzi al dettaglio nei supermercati risultano invece molto più elevati.

Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia, denuncia come quasi un terzo del cibo prodotto venga perso tra la filiera e le abitazioni, citando il 13% di spreco nella catena alimentare e un ulteriore 17% nelle famiglie. “Le distorsioni di filiera – spiega Cavallo – penalizzano gli agricoltori, i cui prodotti vengono sottopagati nei campi, mentre al consumatore finale il prezzo si moltiplica da tre a cinque volte”.

Richiesta di maggiori controlli sull’importazione e trasparenza in etichetta

Una delle cause del crollo dei prezzi, secondo Coldiretti Puglia, è l’immissione sul mercato di grandi quantità di ortofrutta importata, spesso etichettata in modo ingannevole come proveniente dalla Puglia. Per questo motivo, l’associazione ha chiesto un rafforzamento dei controlli sull’ortofrutta fresca importata e la necessità di estendere l’obbligo di indicare con chiarezza l’origine anche sui prodotti trasformati come conserve e succhi.

Queste misure sono considerate fondamentali per tutelare il Made in Italy e garantire trasparenza ai consumatori, evitando che prodotti stranieri possano essere spacciati per locali, danneggiando ulteriormente i produttori pugliesi.

Le sfide della nuova leadership di Coldiretti Puglia

Nell’ambito di questo scenario critico, Alfonso Cavallo è stato recentemente eletto presidente di Coldiretti Puglia per il mandato 2023-2028. Imprenditore agricolo con esperienza nei settori vitivinicolo, olivicolo, cerealicolo e agrituristico, Cavallo ha assunto la guida dell’associazione con la consapevolezza delle difficoltà che attraversa il comparto agricolo regionale.

“È un incarico di grande responsabilità – ha dichiarato Cavallo – che raccolgo con impegno, consapevole delle sfide legate a temi delicati quali i consorzi di bonifica, la lotta alla Xylella, la rigenerazione e la diversificazione agricola, nonché la tutela del lavoro in agricoltura e il contrasto alle pratiche commerciali sleali”.

Il presidente ha evidenziato l’importanza di affrontare anche le nuove problematiche legate al sistema alimentare, come le controversie sul nutriscore e il fenomeno emergente del cibo costruito in laboratorio, sottolineando la necessità di un dialogo costruttivo con la pubblica amministrazione in un contesto politico spesso instabile.

Impatto della crisi sulle campagne pugliesi

La situazione di difficoltà nella coltivazione di angurie e meloni gialli è solo una parte di un problema più ampio che coinvolge la maggioranza dei prodotti ortofrutticoli locali. Il fenomeno della distruzione dei raccolti direttamente nei campi, noto come fresatura, è ormai una pratica adottata da molti agricoltori per limitare le perdite economiche, sebbene rappresenti una grave ferita per un territorio che fa della qualità e della tradizione agricola un proprio punto di forza.

Questa crisi si somma alle problematiche climatiche, con la siccità che ha ridotto la produttività e aumentato i costi di irrigazione, e alle difficoltà logistiche e di mercato che stanno mettendo in ginocchio un settore fondamentale per l’economia pugliese.

Le richieste di Coldiretti Puglia mirano a ottenere una maggiore tutela per gli agricoltori, una maggiore trasparenza per i consumatori e un sistema di controllo più efficiente per contrastare le pratiche sleali e la concorrenza sleale proveniente dall’estero, che rischiano di compromettere il futuro di una delle eccellenze agricole italiane.

Francesca Testa

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