Brutte notizie per gli appassionati del tè matcha: la celebre bevanda verde, simbolo di salute e tradizione millenaria giapponese, sta per diventare sempre più difficile da reperire sul mercato globale. Un fenomeno che interessa non solo il Giappone, patria originaria di questa polvere finissima, ma anche i consumatori occidentali, dove il matcha ha conosciuto una diffusione esponenziale negli ultimi anni.
Il mercato globale del tè matcha in crisi per scarsità di materia prima
Nel 2023 il mercato mondiale del tè matcha valeva circa 3,48 miliardi di dollari, con previsioni di crescita che indicavano un aumento a 5,5 miliardi entro il 2026. Tuttavia, le difficoltà legate alla produzione stanno mettendo a rischio questa espansione. Il problema principale riguarda il reperimento della materia prima: le scorte di foglie di tencha, da cui si ricava il matcha, stanno rapidamente esaurendosi, con un conseguente incremento dei prezzi.
Il Giappone, cuore storico della produzione, lancia un vero e proprio allarme: la domanda internazionale è esplosa, ma la capacità produttiva non riesce a tenere il passo. Un quarto del matcha giapponese proviene dalla regione di Kyoto, recentemente colpita da ondate di caldo estremo legate al cambiamento climatico, che hanno compromesso la qualità e la quantità del raccolto. Le temperature elevate registrate durante l’estate 2025 hanno ridotto la resa delle coltivazioni, aggravando la situazione.

Il tè matcha è un prodotto di altissimo pregio, ottenuto da un processo lungo e meticoloso. Le foglie di tencha vengono coltivate all’ombra, raccolte rigorosamente a mano, private di steli e venature e poi macinate lentamente con macine di pietra. Questo metodo tradizionale, che risale all’800 d.C. e ha radici cinesi, rende il matcha una bevanda unica ma non scalabile in termini di produzione industriale.
La raccolta avviene solo dopo cinque anni dalla piantumazione, mentre la lavorazione artigianale richiede competenze che le nuove generazioni giapponesi sembrano poco inclini a ereditare. Negli ultimi vent’anni, quattro aziende produttrici su cinque hanno chiuso, vittime della carenza di manodopera agricola e della crescente difficoltà a mantenere viva la tradizione.
Prezzi alle stelle e scaffali che si svuotano
L’aumento dei prezzi è ormai evidente: in pochi mesi il costo del matcha è raddoppiato, sia nei negozi giapponesi che nelle caffetterie occidentali, con gli scaffali che si svuotano rapidamente. La produzione del 2025 sarà inferiore rispetto all’anno precedente, nonostante il raddoppio dei volumi prodotti nell’ultimo decennio.
Questo scenario mette a rischio la disponibilità di una bevanda che ha conquistato milioni di consumatori in tutto il mondo, spingendo gli esperti a interrogarsi su quanto durerà questa crisi e su quali saranno le strategie per garantire una produzione sostenibile e rispettosa delle antiche tradizioni.
La storia millenaria del tè matcha è profondamente radicata nella cultura giapponese, dove la polvere verde era riservata all’élite e utilizzata nelle cerimonie tradizionali. Oggi, la sfida è mantenere in vita questa preziosa eredità mantenendo un equilibrio tra domanda globale e capacità produttiva, in un contesto segnato da cambiamenti climatici e trasformazioni socio-economiche.
Un ulteriore elemento di attenzione per il Giappone, che oltre a essere la patria del matcha è una potenza economica e culturale di rilievo mondiale, come confermano le sue caratteristiche di stato insulare dell’Asia orientale con una popolazione di oltre 126 milioni di abitanti, un sistema politico di monarchia parlamentare e un’economia tra le prime al mondo.
Gli appassionati di tè e i consumatori attenti potranno seguire l’evoluzione di questa situazione cruciale, che incrocia tradizione, innovazione, sostenibilità e mercato globale.