È uno di quei prodotti che finiscono nel carrello quasi senza pensarci. Bottiglia in vetro, etichetta dai toni patriottici, promessa implicita di genuinità. La passata di pomodoro ha un posto fisso nelle cucine italiane, simbolo di tradizione e semplicità. Eppure, un’indagine pubblicata a giugno 2025 da Altroconsumo invita a guardarla più da vicino, almeno quando si tratta di scegliere tra le tante opzioni sugli scaffali.
Il test ha esaminato 24 passate vendute nei supermercati italiani, valutandole secondo criteri di composizione, gusto e sicurezza alimentare. Tutti i campioni analizzati sono risultati conformi alla normativa: contengono vera passata, senza acqua aggiunta né ingredienti non dichiarati. Ma in 10 bottiglie su 24 sono state rilevate tracce di pesticidi, sostanze chimiche utilizzate in agricoltura che, in alcuni casi, non sono più autorizzate in Europa.
Pesticidi presenti in alcuni marchi noti, ma entro i limiti
I laboratori incaricati da Altroconsumo hanno identificato residui in quasi la metà dei campioni. Nessun valore fuori legge, sia chiaro. Ma la presenza stessa di queste sostanze, seppur sotto soglia, apre una riflessione. In particolare, è emerso il Dimetomorf, fungicida non più autorizzato nell’UE, riscontrato in sei prodotti tra cui Pomì, Le Stagioni d’Italia, Rosso Gargano, Le Conserve della Nonna, La Torrente e Delizie del Sole (Eurospin).
Nel caso di Rosso Gargano, le analisi hanno individuato più sostanze contemporaneamente, inclusi lo Spirotetrammato e il Difenoconazolo. Quest’ultimo è comparso anche nella passata Selex, insieme al Boscalid, un altro principio attivo sotto osservazione da parte della comunità scientifica. Le soglie rilevate non superano i limiti di legge, ma alcuni esperti sottolineano come l’accumulo di più residui nello stesso alimento possa comunque rappresentare un rischio da non sottovalutare.
Altroconsumo invita a leggere le etichette con maggiore attenzione e a considerare che, se due terzi dei campioni non presentano alcuna traccia di pesticidi controversi, significa che un’alternativa più pulita è concretamente possibile. La differenza non è solo tecnica o sanitaria: è anche una scelta culturale.
I risultati migliori? Dove non ci sono residui chimici
Su 24 passate analizzate, 14 non hanno mostrato alcun residuo di pesticidi, fatta eccezione per il rame, unico fitofarmaco autorizzato anche nel biologico. Proprio questi prodotti si sono distinti anche per qualità gustativa e parametri tecnici. In cima alla classifica compare la Passata Conad, apprezzata per equilibrio, consistenza e pulizia degli ingredienti. Non è la più costosa, anzi: è tra le più economiche tra quelle promosse e ha ricevuto la menzione di Miglior Acquisto.

Un dato che conferma come il prezzo non sia un indicatore affidabile di qualità. In questo caso, spendere meno ha significato ottenere un prodotto più pulito e ben fatto. Un segnale positivo per chi acquista con attenzione e desidera ridurre l’esposizione quotidiana a sostanze non sempre dichiarate.
Il messaggio finale dell’indagine è chiaro: scegliere consapevolmente si può. E tra i prodotti più semplici e presenti sulle nostre tavole, la differenza passa dai dettagli, anche quando si parla di un barattolo di passata.