La pasta, uno degli alimenti simbolo della tradizione italiana, è spesso oggetto di dibattito per il suo consumo quotidiano. Molti si chiedono se mangiare pasta tutti i giorni possa essere dannoso o se, al contrario, apporti benefici al nostro organismo. Grazie all’intervento della nutrizionista e specialista in biochimica clinica Valentina Galiazzo, è possibile fare chiarezza sull’argomento, integrando le informazioni con le più recenti evidenze scientifiche.
I benefici di mangiare pasta: quante volte a settimana?
Mangiare pasta tutti i giorni può essere una scelta salutare, a patto di rispettare alcune semplici regole. La pasta è una fonte importante di carboidrati complessi, che rappresentano il carburante energetico principale per il nostro corpo. A differenza degli zuccheri semplici, gli amidi presenti nella pasta, soprattutto se integrale, vengono digeriti lentamente e garantiscono un senso di sazietà prolungato. Questo aiuta a evitare picchi glicemici che, se frequenti, possono aumentare il rischio di diabete di tipo 2, sovrappeso e malattie cardiovascolari.
Uno studio evidenzia che chi consuma regolarmente pasta ha un indice di massa corporea più basso e un rischio inferiore di sviluppare patologie cardiovascolari. La presenza di fibre solubili nella pasta integrale supporta inoltre la salute dell’apparato digerente, favorendo la regolarità intestinale.

La dottoressa Galiazzo sottolinea che una porzione di circa 70 grammi di pasta, accompagnata da verdure e fonti proteiche come il pesce, rappresenta un pasto equilibrato che aiuta a mantenere sotto controllo la glicemia postprandiale. Inoltre, i carboidrati insieme al triptofano e alle vitamine del complesso B stimolano la produzione di neurotrasmettitori quali serotonina, melatonina, endorfine e GABA, che migliorano l’umore e favoriscono il rilassamento.
Uno dei dubbi più frequenti riguarda il momento migliore per consumare la pasta. Contrariamente a molte credenze, la pasta può essere consumata sia a pranzo che a cena. Tuttavia, la quantità dovrebbe essere maggiore a pranzo e più contenuta a cena per adattarsi ai diversi livelli di attività fisica e al metabolismo, che rallenta nelle ore serali.
Per la cena, è preferibile optare per paste integrali con condimenti leggeri, come verdure saltate con un filo d’olio extravergine d’oliva, per facilitare la digestione e non appesantire il riposo notturno. È importante evitare condimenti ricchi di formaggi e salse pesanti che contengono elevate quantità di sodio, potenzialmente responsabili di risvegli notturni dovuti alla sete.
La nutrizionista ricorda che la pasta non deve essere demonizzata in nessuna dieta e che è possibile dimagrire con gusto, integrando la pasta in un piano alimentare personalizzato che tenga conto del metabolismo individuale, dell’attività fisica e delle esigenze personali.
9 consigli per migliorare l’alimentazione con la pasta
- La pasta è adatta sia a pranzo sia a cena, con porzioni maggiori a pranzo.
- Preferire la pasta integrale per un migliore senso di sazietà e un effetto stabilizzante sulla glicemia.
- Utilizzare condimenti semplici e leggeri, con olio extravergine d’oliva aggiunto a crudo.
- Arricchire i piatti con verdure di stagione per aumentare il contenuto di fibre.
- Preparare piatti unici bilanciati: metà verdure, un quarto pasta, un quarto proteine.
- Usare piatti più piccoli a cena per evitare di percepire la porzione come insufficiente.
- Non provare sensi di colpa nel mangiare pasta, anche durante un percorso di dimagrimento.
- Non eliminare la pasta dalla dieta, ma gestire quantità e qualità.
- Ricordare il ruolo positivo della pasta nella stimolazione della serotonina, utile per il benessere mentale.