L’Italia è conosciuta in tutto il mondo per la sua cucina regionale, ma non ovunque i piatti tipici si pagano a caro prezzo. Ci sono ancora zone dove è possibile mangiare in una trattoria, ordinare vino della casa, un piatto tradizionale e magari anche il dolce, senza superare i 20 o 25 euro a persona. In particolare tre regioni, spesso poco considerate nei percorsi turistici tradizionali, offrono esperienze gastronomiche autentiche e accessibili. Alcune potrebbero sorprendere anche i viaggiatori più esperti.
Il Molise: cucina rustica, sapori forti e prezzi bassi
Non tutti ci pensano quando programmano un viaggio, eppure il Molise custodisce una tradizione culinaria profonda, semplice e legata al territorio. Qui si mangia in osterie di famiglia, con menù scritti a mano e piatti preparati sul momento. Tra i più tipici ci sono i cavatelli con salsiccia e funghi, impastati ancora a mano, e la pampanella, carne di maiale speziata, cotta lentamente e servita in generose porzioni.

I formaggi locali, come il caciocavallo di Agnone, e i salumi stagionati arricchiscono una proposta che non ha bisogno di effetti speciali per convincere. Bastano i sapori autentici. Nei paesi dell’entroterra o lungo la costa molisana, è comune trovare trattorie dove un pasto completo costa meno di 20 euro, vino incluso. Spesso ci si ritrova seduti accanto ai clienti abituali, tra chiacchiere in dialetto e stoviglie semplici ma curate. L’accoglienza è parte del pasto.
Emilia-Romagna e Puglia: tradizioni diverse, stessa qualità a buon prezzo
Chi conosce l’Emilia-Romagna sa che si tratta di una delle regioni italiane dove si mangia meglio in assoluto. Ma il vero colpo di scena è scoprire che fuori dalle grandi città, come Bologna o Parma, si può ancora pranzare bene spendendo poco. Nei borghi dell’Appennino o tra le colline romagnole, si trovano osterie storiche, dove le tagliatelle al ragù, i tortellini in brodo, le lasagne e il gnocco fritto con salumi raccontano una storia gastronomica che parte dalle nonne e arriva intatta in cucina.
Anche i dolci locali, dalla ciambella romagnola alla zuppa inglese, concludono il pasto senza bisogno di grandi scenografie. Il tutto a prezzi contenuti: con 20-25 euro si mangia in posti dove la cucina è ancora fatta a mano, senza scorciatoie.
Infine la Puglia, che negli ultimi anni è diventata una meta di punta anche per il turismo estero, ma ha mantenuto una cucina popolare e accessibile. A sorprendere è l’equilibrio tra la qualità della proposta gastronomica e i costi. Basta andare nei mercati locali, nelle friggitorie dei centri storici o nei porticcioli, per trovare fritture di pesce appena pescato, panzerotti, bombette e orecchiette con cime di rapa a prezzi incredibilmente bassi.
Anche con 10-15 euro si può gustare un pranzo completo, spesso cucinato espresso, con ingredienti freschi e senza compromessi. Che si tratti di una trattoria sul mare o di una cucina di paese, la Puglia conserva una identità culinaria forte e alla portata di tutti. E mangiare diventa un gesto quotidiano, non un lusso.