Anche il tempo necessario per fare la spesa può trasformarsi in una spesa aggiuntiva. Succede a Winterthur, città svizzera nel Canton Zurigo, dove una cliente 67enne, affetta da sclerosi multipla, è stata multata per 40 franchi dopo aver superato il limite di sosta nel parcheggio del punto vendita Lidl. Il caso ha sollevato più di una perplessità, soprattutto perché la donna, titolare di un contrassegno per disabili, avrebbe avuto diritto a condizioni più flessibili. Eppure, le telecamere del sistema automatizzato che monitora i veicoli in ingresso e in uscita non fanno distinzioni: chi resta oltre il tempo massimo riceve una sanzione, indipendentemente dalle sue condizioni.
La donna ha raccontato di non aver visto alcun cartello che segnalasse limiti orari specifici per i posti riservati e ha spiegato di avere bisogno di più tempo rispetto a una persona in salute. Non solo per fare acquisti, ma anche per le pause necessarie durante la permanenza nel punto vendita. A peggiorare la situazione, l’obbligo di inviare per email la documentazione medica alla società Parkdepot, incaricata della gestione del parcheggio, per ottenere la cancellazione della sanzione. Una procedura che ha generato ulteriore frustrazione in una situazione già delicata.
Regole rigide e poca chiarezza: chi ha una disabilità resta penalizzato
Molti non sanno che, nei parcheggi gestiti da sistemi digitali, è possibile chiedere un’estensione del tempo di sosta. Ma questa informazione non è sempre ben visibile, né comunicata chiaramente. La donna coinvolta ha dichiarato di averlo scoperto solo dopo aver ricevuto la multa. Il rischio, come già accaduto ad altri utenti in condizioni simili, è quello di pagare per un’informazione mancata, non per una reale infrazione.
Il permesso per disabili, chiamato Contrassegno Europeo di Parcheggio, consente ai titolari di sostare in aree riservate senza limitazioni orarie. Ma la sua validità, in molti casi, si scontra con le logiche automatiche dei nuovi sistemi di controllo. A differenza dei parchimetri tradizionali, che permettono di estendere il tempo pagando una tariffa aggiuntiva, le telecamere basano tutto sulla lettura della targa e sull’orario d’ingresso. Nessuna valutazione personale, nessuna eccezione applicata in tempo reale.

Dopo l’episodio, la donna ha scelto di non tornare più in quel punto vendita, preferendo supermercati che offrono parcheggi con modalità più flessibili. Una decisione presa non per il valore della multa in sé, ma per la mancanza di umanità percepita nel sistema. La gestione impersonale, le lunghe procedure per dimostrare il proprio stato di salute e la sensazione di non essere compresi hanno avuto più peso del danno economico.
Lidl: multe automatizzate e tolleranza solo su richiesta
La catena Lidl Svizzera ha dichiarato di rammaricarsi per l’accaduto, spiegando che i propri parcheggi sono monitorati tramite telecamere intelligenti in grado di registrare ogni targa in entrata e uscita. Nessuna distinzione è prevista tra veicoli con contrassegno disabili o auto comuni. La responsabilità della gestione, in questo caso, è affidata a Parkdepot, che invia direttamente le sanzioni ai conducenti che superano il tempo massimo, anche solo di pochi minuti.
Nel caso specifico, Lidl ha confermato l’annullamento della multa. Tuttavia, ha chiarito che l’estensione dei tempi di sosta è concessa solo in seguito alla presentazione della tessera di invalidità tramite canali digitali. Un sistema che, per molti utenti con disabilità o con ridotta dimestichezza con la tecnologia, può risultare complicato da usare.
Il contrassegno europeo, valido in tutti i paesi UE e anche in Svizzera, richiede una documentazione medica e deve essere esposto chiaramente sul cruscotto. Garantisce il diritto a parcheggiare in zone riservate e, in diverse situazioni, a restare oltre i limiti orari. Ma nel caso dei parcheggi automatizzati, non sempre questa tutela viene riconosciuta automaticamente.
L’episodio di Winterthur mostra quanto le tecnologie introdotte per snellire i controlli possano diventare strumenti rigidi, se non vengono affiancate da regole chiare e da una gestione orientata alle persone. Per chi affronta ogni giorno difficoltà motorie, anche una semplice spesa può trasformarsi in un percorso a ostacoli.