L’Italia ha un’eredità archeologica che pochi paesi possono vantare, eppure alcuni dei suoi tesori più affascinanti restano lontani dai riflettori. Uno di questi è Nora, sulla costa sud-occidentale della Sardegna, oggi diventata simbolo di turismo esperienziale grazie al premio 2025 della Bitesp di Venezia. Un riconoscimento che non arriva per caso, ma che conferma come anche i siti meno noti, se raccontati nel modo giusto, possano offrire esperienze autentiche e coinvolgenti.
Nora è un viaggio nella storia antica ma anche nella Sardegna più autentica
Il Travel Experience Award, assegnato dalla Borsa Internazionale del Turismo Esperienziale di Venezia, ha riconosciuto a Nora il valore culturale, emozionale e paesaggistico che riesce a offrire ai visitatori. Chi arriva in questo angolo tranquillo di Sardegna si ritrova davanti un sito archeologico unico, affacciato su una penisola bagnata dal mare, dove le rovine si confondono con le onde e il profilo del teatro romano emerge tra la sabbia e il cielo.

Nora è considerata una delle prime città fenicie dell’isola, poi passata sotto l’influenza punica e infine fiorita sotto Roma, lasciando in eredità templi, strade lastricate, mosaici perfettamente conservati, terme e una rete di acquedotti ancora leggibili. Ma non è solo la qualità delle rovine a fare la differenza. È l’atmosfera, il silenzio, la luce del tardo pomeriggio che colora le colonne di rosa e ocra, la brezza che arriva dal mare e rende ogni visita diversa, mai turistica nel senso tradizionale.
A pochi chilometri si trova Pula, borgo tipico sardo dove le case basse, i colori pastello e i balconi fioriti offrono un altro tipo di immersione, quella nelle abitudini di chi vive lì tutto l’anno. Qui il turismo si fonde con la vita reale. A rendere ancora più speciale il viaggio ci pensa anche la spiaggia di Nora, una delle più particolari d’Italia per la presenza di rovine romane affacciate direttamente sul mare.
Natura selvaggia, mare cristallino e tracce antiche: il fascino del sud Sardegna
Chi visita Nora spesso resta colpito anche da quello che c’è intorno. A pochi minuti dalle rovine, il paesaggio cambia completamente. Si passa dalle colonne antiche alle foreste fitte di Pixina Manna e Is Cannoneris, zone protette dove si incontrano cervi sardi, aquile reali e corsi d’acqua nascosti tra lecci e querce secolari. È una Sardegna meno battuta ma viva, ruvida e verde, che si presta benissimo a chi ama camminare, osservare, fotografare.
Molti scelgono di arrivare in bici da Pula, lungo piste ciclabili che attraversano scorci silenziosi e profumati di mirto e lentisco. Altri arrivano da Cagliari in auto, con un’ora scarsa di viaggio lungo la statale SS195. Il punto è che non importa il mezzo: l’importante è sapere che tipo di esperienza ti aspetta. A Nora non troverai musei ipertecnologici o tour guidati in cinque lingue. Troverai una connessione diretta con la storia, con il vento, con la sabbia che si infila tra i mattoni millenari.
E mentre gran parte dei turisti sceglie ancora i grandi nomi dell’archeologia italiana, chi arriva qui scopre un’Italia minore che ha molto da raccontare, dove l’archeologia convive con le escursioni, le spiagge convivono con i silenzi, e il tempo si muove su un altro ritmo.
Non sorprende, allora, che Nora sia stata scelta come esperienza di viaggio più significativa del 2025. Perché è proprio nei luoghi in cui non ti aspetti nulla, che spesso ti porti a casa tutto.
