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Come si mangia il sushi?

Come mangiare il sushi? Esiste una maniera corretta per farlo? Gli ultimi vent’anni di invasione nippon-alimentare in Italia sembrano ancora non averci insegnato che esiste un galateo, o quantomeno delle buone maniere, per gustare al meglio la pietanza giapponese a base di riso e pesce crudo. Esagerare col wasabi e far strabordare di salsa di soia ogni singolo pezzo è il modo attraverso cui molti di noi, compreso il sottoscritto, si approcciano alla materia.

Dipendenza da sushi

Ecco, bisogna rivedere un attimo le nostre abitudini. Ci sono degli accorgimenti che bisognerebbe imparare, in segno di rispetto verso lo chef (in Giappone bisogna superare diversi anni di apprendistato, prove e allenamento per diventare un vero itamae – cuoco – professionista) e verso noi stessi e il cibo che stiamo mangiando.

Ciotola di sushi, opera di Utagawa Hiroshige (1797 – 1858)

 

Mangiare con ordine: bisogna iniziare sempre con il sashimi, per poi passare ai nigiri e chiudere coi maki. Allo stesso modo iniziate gustando il pesce dal sapore più leggero per passare poi a quello più saporito, come il tonno. Se proprio volete, lasciate che sia lo chef a guidarvi nel percorso culinario più adatto, basterà dirgli omakase e lui sarà ben contento di accompagnarvi.

Usate bene le bacchette: se volete far assaggiare il vostro sushi ai commensali non passatelo mai da bacchetta a bacchetta, ricorda ai giapponesi usanze funebri e offerte di cibo ai defunti, non è una bella abitudine. Lo stesso per quel che riguarda prendere il sushi infilzando le bacchette nel riso. Non si fa.

Arigatò

O in alternativa le mani: se con le bacchette non siete particolarmente abili, potete utilizzare comunque le mani. Anzi è proprio quella la maniera tradizionale di mangiare il sushi. In questo modo tra l’altro non rovinerete la sua forma. L’importante è pulirsi dopo ogni portata con delle salviettine rinfrescanti, solitamente fornite dal locale. Evitate l’uso delle mani quando si tratta di sashimi.

Poca salsa di soia: non bisogna appesantire il sapore del sushi con troppa salsa di soia. Ne basta un pizzico, dalla parte del pesce. Il riso e la soia non dovrebbero infatti mai incontrarsi.

 

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Piano col wasabi: non miscelate il wasabi nella salsa di soia. In una preparazione corretta lo chef ha già applicato la giusta dose di wasabi tra il riso e il pesce. Se volete aumentare la piccantezza della portata, prendete con le bacchette il wasabi e spalmatelo sulla parte superiore del pesce. Ma niente intrugli piccanti.

Mangiate nel verso giusto: posizionate il sushi sulla lingua a testa in giù. In questo modo potrete sentire meglio il sapore e la freschezza del pesce. Non dividete poi il pezzo a metà, ma mangiate tutto in un boccone. Dividere il sushi a metà è un gesto scortese nei confronti dello chef, che ha preparato con estrema cura per voi un pezzo unico e perfetto.

L’importanza dello zenzero: evitate di strafogarvi di zenzero solo a fine pasto. È bene mangiare qualche foglia tra una portata e l’altra, stando però attenti a non avere ancora il pesce in bocca. Lo zenzero serve a fare da detergente, e pulire dalla bocca i sapori.

Il tempo giusto: il sushi nasce come street food, negli anni ’50 veniva infatti venduto per strada. Solo successivamente nei ristoranti hanno iniziato a comparire i primi tavoli. Questo non deve rendervi accomodanti, il sushi va infatti mangiato appena arriva sul tavolo, più tempo passa più il pesce crudo rischia di deteriorarsi.

Alla fine del pasto, se la situazione ve lo permette, invitate lo chef al tavolo e bevete del buon sake con lui. E ringraziatelo dicendo gochisousama deshita. Il sushi è un cibo delicato e va mangiato con molta premura. Tuttavia, se delle vostre abitudini non potete proprio farne a meno, beh fatelo comunque.

 

Marcello Farno

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Marcello Farno

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