La cucina moderna è un terreno fertile per l’innovazione e la creatività, ma quando si tratta di reinterpretare piatti tradizionali, le reazioni possono essere tanto entusiastiche quanto critiche. È ciò che è accaduto a Carlo Cracco, uno degli chef più noti e controversi d’Italia, con la sua ultima creazione, “La Milano che avanza”. Questo piatto, che mira a celebrare la tradizione gastronomica milanese attraverso una lente di sostenibilità e recupero, ha generato un acceso dibattito sui social media, dove Cracco ha ricevuto numerosi insulti e critiche.
Il ristorante Cracco e la nuova proposta culinaria che fa discutere
Il ristorante Cracco, situato nella storica Galleria Vittorio Emanuele II di Milano, è stato il palcoscenico di questa nuova proposta culinaria. Cracco e il suo braccio destro, Luca Sacchi, hanno presentato il piatto in un video pubblicato sul canale YouTube di Italia Squisita. La cotoletta alla milanese, uno dei simboli della cucina milanese, è stata reinventata non solo come un semplice piatto, ma come un messaggio di lotta contro lo spreco alimentare. “Milano che avanza” è un’iniziativa che si propone di ridurre gli scarti, utilizzando ingredienti che normalmente verrebbero scartati.
Ma cosa rende questa cotoletta così diversa? A differenza della tradizionale cotoletta di vitello, Cracco ha scelto di utilizzare il pane avanzato come ingrediente principale. Questa scelta non è solo innovativa, ma si inserisce in un filone più ampio di cucina di recupero, che sta guadagnando sempre più popolarità tra gli chef e i ristoratori di tutto il mondo. Utilizzare il pane vecchio per creare un piatto nuovo è un modo per ridurre gli sprechi e valorizzare ingredienti che altrimenti finirebbero nella spazzatura.

La preparazione di “Milano che avanza” inizia con la creazione di un brodo di carne, realizzato utilizzando gli scarti, che vengono rosolati in burro e salvia. Questo passaggio è cruciale, poiché il brodo non solo conferisce sapore al piatto, ma rappresenta anche un modo per estrarre il massimo dagli ingredienti. Una volta ottenuto, il brodo viene ridotto fino a raggiungere la consistenza desiderata, mentre il pane, bagnato nel brodo stesso, viene impanato e fritto in una miscela di olio d’oliva e burro. Il risultato finale è una cotoletta che, secondo Cracco, “vuole omaggiare la tradizione lombarda, giocando con l’idea della cotoletta”.
Le reazioni del pubblico e il dibattito
Tuttavia, nonostante l’intento nobile e la creatività dietro la ricetta, la risposta del pubblico è stata tutt’altro che positiva. Sui social, i commenti critici si sono sprecati: molti utenti hanno deriso il piatto definendolo “un pezzo di pane fritto” o accusando Cracco di “prendersi gioco” dei clienti. L’ironia e la durezza di alcune delle reazioni fanno riflettere sulla percezione che si ha della cucina stellata e delle sue innovazioni. “Giusto a Milano può trovare spazio questa roba”, ha scritto un utente, mentre un altro ha commentato: “Come gli stellati ci prendono per i fondelli. Davvero un insulto”. Queste osservazioni mettono in evidenza il divario che spesso esiste tra la cucina alta e la tradizione gastronomica popolare.
Molti critici sembrano non riconoscere il valore del recupero in cucina, un tema che si sta facendo sempre più centrale nel dibattito gastronomico contemporaneo. L’idea di utilizzare gli scarti non è solo un modo per ridurre gli sprechi, ma rappresenta anche un’opportunità per riflettere sulla sostenibilità della cucina e sulla responsabilità degli chef nei confronti dell’ambiente. In un’epoca in cui la consapevolezza ambientale è in aumento, iniziative come quella di Cracco potrebbero contribuire a sensibilizzare il pubblico sull’importanza della cucina di recupero.