La mozzarella di bufala campana DOP è molto più di un semplice formaggio: rappresenta un simbolo identitario della cucina italiana, un patrimonio gastronomico esportato in tutto il mondo. Il suo sapore, la consistenza e la delicatezza la rendono un alimento unico, ma nonostante la sua diffusione, spesso viene trattata come un prodotto qualsiasi. Proprio per questo, un recente sondaggio ha fatto emergere un dato sorprendente: il 68% dei consumatori europei commette errori nel consumarla. E tra questi ci sono anche moltissimi italiani.
I gesti sbagliati che rovinano la mozzarella: conservazione, taglio e abbinamenti da evitare
L’indagine è stata condotta da Fattorie Garofalo, produttore storico di mozzarella di bufala DOP, intervistando 1.200 persone nei principali snodi di viaggio tra aeroporti e stazioni. I risultati evidenziano abitudini scorrette che alterano il sapore e la struttura del prodotto. Uno degli errori più comuni riguarda il taglio a fette, operazione che compromette l’equilibrio tra parte esterna e cuore filante. Invece, bisognerebbe spezzarla con le mani, per non stressare la fibra, oppure usare coltelli in ceramica a lama liscia.
Altro gesto poco consigliato: mangiarla fredda, appena tolta dal frigorifero. Il freddo irrigidisce la pasta e “addormenta” le papille gustative. Gli esperti raccomandano di lasciarla a temperatura ambiente per almeno mezz’ora prima del consumo. E non va immersa in acqua di rubinetto: un’abitudine diffusa quanto inutile, che diluisce il sapore originale.

Nemmeno gli abbinamenti scampano alle critiche. La mozzarella non ama essere soffocata da vini troppo corposi o da pane integrale, né sopporta condimenti eccessivi. A volte bastano poche gocce d’olio buono, oppure nulla: il suo sapore è già completo, e dosare male pepe, origano o basilico può far perdere le sue note più delicate.
I migliori consumatori d’Europa? Non sono gli italiani
Tra i dati più interessanti del sondaggio emerge la classifica dei Paesi europei più “competenti” nel consumo della mozzarella di bufala campana DOP. In testa ci sono i tedeschi, rigorosi nell’osservare le regole di conservazione, attenti a non rovinarla con preparazioni invadenti. Subito dopo, si piazzano gli spagnoli, che mostrano rispetto per la materia prima anche nei piatti più semplici.
Al terzo posto i francesi, più abituati a una cultura casearia precisa, capaci di valorizzare il prodotto senza snaturarlo. Ma è al quarto posto che si trova la vera sorpresa: gli italiani. Nonostante siano i primi produttori e consumatori, spesso trattano la mozzarella con superficialità, servendola troppo fredda o con troppi ingredienti. Chiude la lista il Belgio, che pur senza grande tradizione, mostra atteggiamenti corretti da tenere d’occhio.
La familiarità, in questo caso, può diventare un ostacolo: in Italia la mozzarella è presente ovunque, eppure viene banalizzata, trattata alla stregua di qualsiasi altro latticino. A pagarne le conseguenze è la qualità dell’esperienza: un prodotto di eccellenza che perde parte del suo valore per disattenzione.
Eppure, basterebbe poco per invertire la tendenza. Lasciare il prodotto nel suo liquido, non stressarlo con il freddo, evitare condimenti inutili. Ma soprattutto, rispettarne l’identità. Perché la mozzarella – quella vera – non si mangia: si ascolta.