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Sindrome da abbuffata notturna, se mangi la notte c’è un motivo: la psicologia ci spiega cosa succede

Quando il bisogno di cibo si manifesta durante la notte, può nascondere squilibri ormonali, abitudini sbagliate e tensioni emotive. Uno specialista spiega cosa osservare e come intervenire.

by Diego Rossi
19 Maggio 2025
in Food
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Night Eating Syndrome

Night Eating Syndrome, se mangi la notte c’è un motivo: la psicologia ci spiega cosa succede - dailyfood.it

Di notte la casa si fa silenziosa. Il buio cala, i rumori si attenuano, tutto sembra rallentare. Ma non per tutti è così. Per alcune persone, le ore notturne diventano teatro di un’attività alimentare compulsiva e difficilmente controllabile. C’è chi si sveglia per un bicchiere d’acqua, chi per andare in bagno, e chi invece si ritrova davanti al frigorifero con una fame che non è solo fisica. Questo comportamento ha un nome: Night Eating Syndrome (NES), un disturbo che riguarda circa una persona su dieci, secondo dati recenti. Ne parla il dottor Francesco Tata, nutrizionista con esperienza nei disturbi alimentari, che aiuta a capire come funziona questo meccanismo, spesso trascurato o banalizzato.

La NES si presenta con un’alimentazione ridotta durante il giorno e un forte aumento del consumo di cibo nelle ore serali e notturne. Non si tratta di un semplice spuntino, ma di episodi ricorrenti, a volte accompagnati da binge eating, in cui il cibo viene usato come risposta emotiva. Il metabolismo notturno, più lento, non riesce a gestire le calorie assunte con la stessa efficienza, portando spesso a un accumulo di grasso viscerale, in particolare nella zona addominale. Ma non si tratta solo di una questione calorica: la NES racconta qualcosa di più profondo, legato all’equilibrio ormonale, al sonno e al benessere mentale.

Le radici fisiologiche ed emotive della fame notturna

Non tutta la fame è uguale. Il dottor Tata distingue tra quella fisiologica, che si sviluppa gradualmente e si placa con un pasto adeguato, e quella emotiva, più impulsiva, legata a stati d’animo e spesso rivolta a cibi specifici. Chi soffre di NES cerca zuccheri, carboidrati, alimenti densi di energia, ma poveri di equilibrio nutrizionale. Dietro ci sono stress, ansia, insonnia. E, spesso, un rapporto complicato con il cibo.

Lo stress cronico stimola la produzione di cortisolo, un ormone che aumenta l’appetito. Quando il corpo non riposa abbastanza, diminuiscono i livelli di leptina, che regola il senso di sazietà, e aumentano quelli di grelina, che stimola la fame. Il risultato è un ciclo difficile da spezzare: si dorme male, si mangia di notte, ci si sveglia già stanchi, si mangia poco di giorno e il corpo si riequilibra nelle ore sbagliate.

Night Eating Syndrome
Night Eating Syndrome, colpisce circa una persona su dieci – dailyfood.it

Il problema è che questo schema, se trascurato, può compromettere la qualità della vita. Il sonno disturbato incide sull’umore, sull’energia, sul peso corporeo. A lungo andare, chi ne soffre sviluppa un senso di colpa, alternato a momenti di rassegnazione o di negazione. Il cibo diventa un modo per gestire la tensione, ma non risolve mai il nodo alla base.

Cause, segnali da riconoscere e strategie efficaci

Tra i trigger più comuni della NES ci sono emozioni represse, solitudine, lutti non elaborati, cambiamenti improvvisi. Uno studio dell’Università Federico II di Napoli ha evidenziato come questo disturbo colpisca con maggiore frequenza gli uomini, meno sensibili agli ormoni della sazietà rispetto alle donne. In molti casi, il cibo viene usato per calmare l’irrequietezza notturna, un modo per colmare un vuoto che non è fisico.

Intervenire su questo comportamento richiede un approccio pratico. Prima di tutto, va strutturata la giornata alimentare, partendo da una colazione completa, pasti regolari e una cena equilibrata consumata almeno due ore prima di dormire. Stabilire una routine serale rilassante può aiutare a ridurre la tentazione: spegnere gli schermi, leggere, bere una tisana, praticare tecniche di respirazione.

Per chi sente il bisogno di uno spuntino dopo cena, meglio orientarsi su alimenti leggeri ma nutrienti, come yogurt greco, frutta secca o piccoli frutti rossi. L’obiettivo non è eliminare il comportamento da un giorno all’altro, ma ridurne l’impatto, aumentando la consapevolezza.

Nei casi più radicati, il supporto professionale diventa fondamentale. Il trattamento può includere la psicoterapia cognitivo-comportamentale, una rieducazione nutrizionale e, quando necessario, anche una valutazione farmacologica. Riconoscere i segnali d’allarme è già un passo importante: svegliarsi con fame, mangiare senza controllo, provare vergogna dopo gli episodi. Tutti indicatori che meritano attenzione.

Chi vive la NES non ha solo bisogno di forza di volontà. Ha bisogno di comprensione, strumenti adatti e tempo per ricostruire un equilibrio. Dietro la fame notturna, spesso, c’è un corpo che chiede ascolto. E un bisogno emotivo che va riconosciuto, non ignorato.

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