Il costo della vita in Italia continua a crescere e il carrello della spesa resta una delle voci più pesanti nei bilanci familiari. Le famiglie si trovano di fronte a un ventaglio di opzioni, dalle grandi catene agli ipermercati, dai supermercati locali ai discount, ognuno con le proprie strategie di prezzo e fidelizzazione. Confrontare le offerte non è semplice, soprattutto con l’arrivo delle promozioni digitali e con il fenomeno sempre più diffuso della shrinkflation, ossia confezioni più piccole vendute allo stesso prezzo.
Per questo motivo la classifica dei supermercati più economici del 2025, realizzata da Altroconsumo, è uno strumento prezioso per capire come risparmiare senza rinunciare a qualità e varietà. Lo studio ha preso in esame oltre 1.150 punti vendita in 67 città italiane, con 1,6 milioni di prezzi rilevati su 125 categorie di prodotti. I risultati confermano un trend consolidato: i discount occupano ben 7 delle prime 10 posizioni, guidati da Eurospin, che si piazza al primo posto. Una famiglia di quattro persone, acquistando i prodotti più economici all’Eurospin, può arrivare a risparmiare fino a 3.700 euro all’anno rispetto ai 9.276 euro spesi in media secondo i dati Istat. In seconda posizione troviamo Aldi, seguita da Lidl, mentre tra i supermercati tradizionali il primo a comparire è Ipercoop, che conquista l’ottavo posto. All’estremo opposto, Carrefour Market risulta più caro del 35% rispetto all’Eurospin.
Discount in testa, supermercati tradizionali in affanno: i numeri dell’inchiesta
La classifica assoluta di Altroconsumo vede Eurospin come il punto vendita più conveniente, seguito da Aldi e Lidl, praticamente a pari merito. Poi arrivano IN’s Mercato e MD, che si confermano solide alternative. Subito dopo c’è Penny, seguito da Todis, mentre tra i supermercati tradizionali spicca Ipercoop, unico a inserirsi nella top ten dominata dai discount. Le differenze sono significative: se una spesa di base da Eurospin ha un indice 100, la stessa spesa fatta al Carrefour Market costa mediamente il 35% in più. In mezzo, si collocano insegne come Esselunga, Conad, Pam e Famila, con costi più elevati ma una maggiore varietà di marchi. È interessante notare che Esselunga Superstore, che nel 2024 risultava il più conveniente tra i supermercati tradizionali, ha perso posizioni, lasciando il primato a Ipercoop.

Altroconsumo ha registrato anche le variazioni dei prezzi tra marzo 2024 e marzo 2025. In media si osserva un incremento del +2,2%, con punte più alte nei supermercati tradizionali (+2,4%), seguiti dai discount (+2,1%) e dagli ipermercati (+1,9%). L’aumento, pur contenuto, è comunque più marcato rispetto all’anno precedente, segno di un contesto inflazionistico che non accenna a stabilizzarsi. Sul fronte della spesa mista, ovvero quella che combina prodotti a marchio commerciale, articoli di marca e scelte economiche, la classifica cambia. In questo caso, il primo posto spetta a Famila e Famila Superstore, seguiti da Coop e Conad, mentre tra i discount la palma di più conveniente va a IN’s Mercato.
Le differenze geografiche: Nord più competitivo, Centro disomogeneo e Sud in difficoltà
L’indagine fotografa anche la situazione geografica. Al Nord si trovano i supermercati più convenienti d’Italia: Trentino-Alto Adige, Lombardia e Veneto si confermano le regioni con i prezzi più bassi e con un’incidenza della spesa alimentare più contenuta rispetto al reddito. In Trentino, ad esempio, la spesa incide per il 10,7% del reddito, mentre in Lombardia per l’11,1%. Venezia è la città più conveniente, con una spesa media di 6.260 euro l’anno per una famiglia. Spiccano anche i punti vendita Iper Rossetto di Marcon e i supermercati Mega di Pordenone, Udine e Treviso. Il Centro Italia si colloca in una posizione intermedia, con città come Firenze dove il risparmio può arrivare a 970 euro annui, mentre in località come Perugia e Pescara la differenza tra supermercati varia fra 400 e 700 euro. Regioni come Lazio e Molise risultano care, mentre Toscana e Marche si avvicinano agli standard settentrionali.
Al Sud, invece, i prezzi sono in linea con la media nazionale, ma i redditi più bassi rendono la spesa molto più gravosa. In Puglia arriva a pesare per il 19,3% del reddito familiare, in Calabria per il 19,2% e in Campania per il 18,5%. A Napoli e Caserta il margine di risparmio è minimo, con differenze tra supermercati di appena 50 euro l’anno. Ci sono eccezioni, come un punto vendita Dok di Taranto che si distingue per prezzi competitivi, ma la concorrenza resta meno vivace rispetto al Nord. Le città meno convenienti sono Sassari e Bologna, dove la spesa annua supera i 7.400 euro, seguite da un Despar di Cagliari e da un Sigma nel capoluogo emiliano. Il divario territoriale resta dunque marcato, e scegliere il supermercato giusto continua a fare la differenza.