Quando arriva il caldo, sulle tavole italiane tornano i piatti della cucina di mare, e tra questi gli spaghetti alle vongole restano uno dei simboli indiscussi della tradizione mediterranea. Pochi ingredienti, gusto deciso, profumo di mare: è un primo piatto che mette tutti d’accordo. O quasi. Perché ora, a dividere appassionati e puristi, è l’intervento di Antonino Cannavacciuolo, chef stellato partenopeo, che ha rivelato una variante sorprendente della ricetta classica. Il risultato? Una cremosità inaspettata che non snatura il piatto, ma lo porta in una nuova dimensione.
Il trucco dello chef: una crema leggera che avvolge il sapore del mare
Nel programma televisivo “Natale con Cannavacciuolo”, lo chef napoletano ha presentato la sua versione degli spaghetti alle vongole, aggiungendo una crema delicata a base di latte e aglio. Un tocco fuori dagli schemi, che rompe la rigidità della ricetta tradizionale senza allontanarsene. Il latte, trattato con l’aglio in cottura e poi filtrato, crea un’emulsione che si unisce al liquido rilasciato dalle vongole, dando al piatto una consistenza più morbida e vellutata.

Il piatto, servito come sempre con prezzemolo fresco, olio extravergine e peperoncino a piacere, acquista così una nuova identità, più elegante e moderna. Chi ha provato questa versione ne descrive l’equilibrio come preciso e rispettoso, perché la crema non copre, ma esalta il gusto salmastro delle vongole. Una forchettata dopo l’altra, si avverte un’armonia tra mare e terra che sorprende e conquista anche i palati più esigenti.
Cannavacciuolo, fedele alla sua filosofia, non modifica le radici del piatto, ma ne amplifica i tratti, aggiungendo una nuova esperienza sensoriale. Per chi desidera osare senza allontanarsi dal solco della tradizione, è un esperimento che vale la pena di provare.
Versione classica, consigli pratici e un’alternativa “fujuta” che incuriosisce
Per i più affezionati alla ricetta di sempre, gli spaghetti alle vongole si gustano con pochi elementi: aglio, olio, vongole freschissime, prezzemolo e magari un goccio di vino bianco. L’aggiunta di pomodorini è opzionale, così come il peperoncino. In ogni caso, il trucco per la riuscita sta nella qualità delle vongole e nella mantecatura finale, rigorosamente senza formaggio.
Una curiosità arriva dalla cucina povera napoletana: gli spaghetti alle vongole fujute, cioè “scappate”, in cui le vongole non ci sono ma il profumo del mare viene evocato con olio, aglio, prezzemolo e acqua di cottura. È una variante storica, nata dall’assenza e diventata tradizione, che oggi molti riscoprono per la sua essenzialità.
Un consiglio utile riguarda la conservazione: come per tutti i piatti a base di pesce, è preferibile consumare subito gli spaghetti. Se dovessero avanzare, vanno riposti in frigo e riscaldati in padella con un filo d’olio entro 24 ore, senza microonde. Così si preservano sapore e consistenza senza compromettere la qualità.
Con questo piatto, Cannavacciuolo dimostra come sia possibile rinnovare una ricetta storica senza perderne l’anima. E proprio da un classico estivo come questo, la cucina italiana trova ancora nuove strade per raccontarsi.