Nel cuore delle Langhe, una terra di colline e sapori intensi, nasce una delle torte più antiche e longeve della tradizione dolciaria piemontese. È un dolce che sembra sfidare il tempo: si conserva anche per settimane sotto una semplice campana di vetro, senza l’aiuto di conservanti o procedimenti industriali. La sua forza? Ingredienti essenziali, ben dosati, scelti con cura. Non contiene farina, né burro, né latte, eppure ha una consistenza morbida, un profumo avvolgente e un sapore pieno che si fa ricordare.
Una ricetta che viene dal passato (e che non ha bisogno di frigo)
La torta di nocciole piemontese affonda le sue radici nelle case contadine dell’Alta Langa, dove un tempo nulla si buttava e ogni alimento doveva durare il più possibile. In quell’angolo di Piemonte, le nocciole sono più di un frutto, sono una risorsa. E proprio grazie a loro — e solo a uova e zucchero — nasce questa torta povera che, con il tempo, è diventata simbolo della pasticceria locale.
Il punto di forza sta nella sua lunga conservazione. Già, perché una volta sfornata, può essere tenuta tranquillamente a temperatura ambiente, sotto una campana di vetro, anche per due o tre settimane senza che perda in gusto o consistenza. Il motivo è semplice: non contiene ingredienti deperibili, come latte, burro o lieviti. E la sua struttura compatta ma soffice, grazie alla presenza delle uova e delle nocciole tritate finemente, la rende umida al punto giusto senza bisogno di aggiunte.
A differenza di molte torte moderne, spesso arricchite da creme, glassature o farciture, questa si presenta nuda ma intensa. Non serve nulla per accompagnarla, e chi sceglie di aggiungere lo zucchero a velo in superficie lo fa solo per estetica: al palato, la torta è già completa così com’è.
Ingredienti essenziali per un sapore pieno
Prepararla è un gesto semplice, quasi istintivo, ma richiede materie prime di qualità. Servono solo tre ingredienti: nocciole tostate, da ridurre in farina se non già pronte, zucchero semolato e uova. Le dosi? Variabili in base alla grandezza della teglia, ma il segreto è mantenere l’equilibrio tra parte grassa (delle nocciole) e parte liquida (delle uova).
Una volta amalgamati insieme, gli ingredienti creano un composto denso e profumato, che va versato in uno stampo foderato e poi cotto a temperatura moderata. Nessun passaggio complesso, nessun tempo di riposo. Solo forno e pazienza. E il risultato è una torta che profuma di casa, di tradizione, di una semplicità che non ha bisogno di modifiche.

Molti chef, negli anni, hanno provato a reinterpretarla aggiungendo cioccolato, miele o spezie, ma la versione originale continua a essere la più amata. Merito della nocciola tonda gentile delle Langhe, considerata tra le più pregiate al mondo per aroma e resa dolciaria. E non è un caso se proprio in quelle zone la torta è spesso servita nei ristoranti di paese come chiusura dei pasti domenicali.
Oggi, questa ricetta riscoperta fa parte del patrimonio gastronomico piemontese. Non viene proposta solo nelle pasticcerie tipiche, ma anche nelle case di chi ha capito che fare un dolce buono non richiede per forza ingredienti complicati o processi elaborati.
Chi vuole provarla a casa non deve far altro che acquistare nocciole tostate intere o la farina già pronta, mescolare tutto insieme, infornare e aspettare il profumo in cucina. Il resto verrà da sé. Nessun bisogno di decorazioni, niente farciture. Solo un gusto pieno, tostato, che parla da solo.
