Society

I bambini non possono entrare in questo ristorante tedesco

Giustizia è fatta.

Non facciamo i moralisti e diciamoci la verità: certi bambini nei ristoranti sanno davvero come rovinarti il pasto. Urletti, corse scoordinate tra i tavolini, “mamma non mi piace”, “papà devo fare pipì”, “voglio le patatineee”, pianti disperati, concertistica improvvisata con piatti e stoviglie, insomma chi di voi non è mai stato disturbato da un infante durante una cena tra amici o a lume di candela con il vostro partner per festeggiare una serata speciale. I bambini sono esseri meravigliosi si sa, ma a volte sanno veramente essere diabolici, tra bizze, piagnistei e tentativi di fuga non si sa bene dove.

Shhh!

I tedeschi a quanto pare si sono ufficialmente rotti le scatole e se è vero che la Germania è nota per il suo pugno di ferro e le sue regole rigide, non stupisce che sia nato proprio lì il primo ristorante dove non ammessi bambini. Si chiama Oma’s Küche e si trova a Binz, sulla costa tedesca che affaccia sul Mar Baltico, un ristorante come un altro ma con una regola ben precisa: dopo le ore 17.00 è vietato l’ingresso ai minori di 14 anni.

Rudolf Markl, il proprietario, gestisce il locale da più di dieci anni e afferma come siano stati proprio i suoi clienti a lamentarsi della continua confusione spesso causata dai bambini ospiti del suo ristorante (fino ad arrivare ad un ragazzino che è riuscito a distruggere un’antica cornice); Rudolf ha quindi trovato un compromesso, cercando di rendere libero il locale dai bambini almeno per il servizio serale, momento della giornata in cui le persone che prenotano all’ Oma’s cercano solo qualche ora di totale relax. Se questa politica childfree ha ovviamente scatenato alcune reazioni non troppo positive, dall’altra parte il consenso popolare è stato incredibile e il ristoratore ha trovato supporto (e tante prenotazioni) da parte di tutti i suoi clienti.

Il signor Markl ha inoltre aggiunto una cosa molto importante: la maleducazione da parte dei più piccoli aumenta a dislivello con il passare degli anni, e questo di certo non è da appuntare ai bambini bensì a chi non è in grado di dare loro un’educazione civica basilare.

Ossia i genitori.

Chiara Lauretani

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