Giorgio Locatelli è uno dei migliori chef italiani. Da qualche anno è diventato anche un personaggio televisivo dopo l’ingresso nella giuria di Masterchef Italia dove affianca Bruno Barbieri e Antonino Cannavacciuolo. Cresciuto in una famiglia di ristoratori, sin da piccolo, si avvicina al mondo della cucina. Dopo il diploma presso la scuola alberghiera, trasforma quella che era una semplice passione in un vero lavoro che lo porta a Londra, città che diventa il cuore pulsante della sua carriera.
Con un duro lavoro e una preparazione infinita, Giorgio Locatelli diventa un punto di riferimento per la cucina italiana, ma qual è il segreto del suo successo? a svelarlo è stato lo stesso chef che si è raccontato nel podcast One Morte Time, condotto da Luca Casadei facendo anche una lunga riflessione su cosa vuol dire, oggi, lavorare in cucina.
Giorgio Locatelli e l’amore per la cucina: lo chef svela il segreto del successo
Mangiare insieme al ristorante rappresenta un modo per socializzare e intrattenere relazioni. Un tempo, tuttavia, veniva fatto in occasioni davvero speciali e tutto assumeva un significato diverso. Oggi, invece, mangiare fuori rappresenta un gesto quotidiano e, quasi scontato. Parte proprio da questo punto la riflessione di Giorgio Locatelli sul mondo della ristorazione.
“Una volta si andava al ristorante per celebrare qualcosa. Era un gesto speciale. Oggi è diventato un passatempo qualsiasi, un contenuto da postare”, spiega lo chef a Luca Casadei lanciando una frecciatina ai social. Secondo lo chef, tuttavia, ciò che fa perdere il giusto valore al cibo è la spettacolarizzazione del piatto.

“Il lusso oggi è diventato la presentazione. Il valore di un piatto si misura in quanto è instagrammabile, non in quanto è buono o significativo”, dice lo chef che dà molto più valore al gusto del piatto, ai prodotti utilizzati, al luogo in cui nasce e che, spesso, racconta una storia.
Cucinare, per Giorgio Locatelli è sempre stato una vocazione ed è per questo che ha sempre cucinato non per cercare la perfezione ma per avere il ristorante piena e rendere felici i palati dei propri clienti.
“La stella è importante, certo. Ma non può essere l’unico scopo. Se cucini solo per ottenerla o mantenerla, perdi di vista il senso del mestiere”, spiega lo chef che poi lancia una frecciatina ai giovani che sognano di avere un futuro nel mondo della cucina – “Io non ho mai cucinato per avere la stella. Ho sempre cucinato per avere il ristorante pieno. Ultimamente si sente parlare di questi giovani che vogliono fare un ristorante per avere la stella non per raccontare qualcosa con il cibo”, conclude.