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È il momento di rivalutare seriamente l’uso dello strutto

Strutto mon amour.

Friggere con lo strutto si può, finalmente lo dicono anche gli esperti.

Rigurardo allo strutto, Giuseppe Gioacchino Belli, nel suo sonetto Li connimenti, asseriva con convinzione “Sí, è bbona la cuscina co lo strutto; S’addatta a li grostini cor presciutto… / ar pollame…, a l’arrosto de lommetto… / a lo stufato…, all’ummido…, ar guazzetto…ma addoprallo in ner fritto è un uso bbrutto.”

Mangioni di tutte le ere? Ci dispiace, il Belli filo salutista ha detto no allo strutto per friggere.

Per fortuna le nonne del centro Italia al Belli non hanno mai prestato molta attenzione, e con coraggio e dedizione hanno portato avanti fino ai giorni nostri il movimento “In Strutto We Trust”, nato per continuare a regalare al mondo contemporaneo l’estasi di divine prelibatezze quali gnocco fritto, crescentine e zeppole.

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Lo strutto, per chi non lo sapesse, è stato creato nel XVI secolo dai quei mattacchioni degli Spagnoli in terra Siciliana. Altro non è che grasso surrenale di maiale che all’epoca veniva prodotto in ingenti quantità nel mattatoio di Palermo, il quale riforniva, non solo il mercato locale, ma anche quello di tutti i paesi sotto dominazione spagnola. Con il tempo la frittura di strutto ha lasciato il posto a quella in olio, ritenuta più leggera. Nessuno si è risparmiato nell’etichettare il povero strutto come dannoso per colesterolo, arterie, fegato e amici vari. Un terrorista della salute, in poche parole. Per decenni si è con convinzione proclamata la superiorità dell’olio, ma mentre noi vivevamo non curanti le nostre vite piene di olio da strizzare, qualcosa stava cambiando.

Strutto sì ma con moderazione

Nonostante il movimento veg-healthy friendly abbia colonizzato mezzo mondo, qualche nutrizionista che dice le cose come stanno realmente c’è ancora.

Appurato che per friggere gli unici oli che andrebbero usati sono quelli extravergine d’oliva e l’olio di semi di arachidi, finalmente anche lo strutto riconquista dignità intellettuale grazie al suo 32% di grassi saturi e al suo elevato punto di fumo, alias, possiamo stare tranquilli che lo strutto fritto non rilascia sostanze nocive, ma piuttosto regala morbidezza e carattere agli alimenti. Buone notizie insomma per noi ingordi, finalmente anche i più salutisti concordano sul fatto che una fritturina di strutto ogni tanto di certo non ci ammazzerà, se non di piacere. Per cui, addio sensi di colpa, benvenute zeppole, gnocchi, crescentine, struffoli, bomboloni vari e chi più ne ha più ne metta!

elena aceto

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elena aceto
Tags: newsstrutto

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