Categories: Exotic

Il coriandolo che sa di sapone: colpa della genetica

Cordiandolo tu ci turbi!

La spezia più usata al mondo ha un gusto diverso per una buona fetta della popolazione.

Il coriandolo è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Apiaceae, a cui appartengono anche il cumino, l’aneto, il finocchio e il prezzemolo. Vi è tuttavia una differenza sostanziale: il coriandolo è assolutamente insopportabile al gusto, mentre i suoi parenti stretti se la comandano in cucina. Scampare al coriandolo in gran parte del mondo è una ardua impresa: Africa, Asia e Sud America, ne fanno infatti un uso a dir poco spropositato. Il coriandolo è pressoché ovunque, e chiedere espressamente di avere un piatto che ne sia privo, suscita nella maggior parte dei casi reazioni interessanti nei camerieri interpellati. Un po’ come chiedere una carbonara senza guanciale.

.

Ma che gusto ha davvero il coriandolo?

A livello visivo è facilmente identificabile; quando è fresco, infatti, assomiglia in tutto e per tutto al prezzemolo. In quanto a sapore però, c’è da dibatterne: o lo si ama, o lo si odia, senza mezze misure. Tra gli accaniti disprezzatori del coriandolo troverete tutti d’accordo sul fatto che il coriandolo sa decisamente di sapone, a tratti di sapone metallico. A questo punto viene naturale chiedersi: può essere solo una questione di gusto personale o di abitudine alimentare?

Gli studi iniziati dal neuroscienziato americano Charles Wysocki, e perfezionati poi da alcuni ricercatori della 23andMe, compagnia americana che svolge test di screening genetici, evidenziano che il disgusto da coriandolo sarebbe dovuto al gene OR6A2. Il gene, infatti, esprime un recettore che viene attivato da sostanze chimiche che appartengono al gruppo delle aldeidi, le stesse che conferiscono al coriandolo il suo particolarissimo quanto opinabilissimo sapore. Se rientrate in quel 17% di Europei che odiano il coriandolo quindi, diciamo che non siete un palato complicato, ma solo geneticamente un po’ difettati.

Tuttavia, secondo altre indagini eseguite, parrebbe che altri ricettori siano di fatto implicati nella percezione di alcuni sapori, e che non tutto dipenda da quel bastardello dell’ OR6A2. Oltretutto, si pensa anche che la genetica condizioni solo in parte il gusto, e che molto giochi anche l’abitudine alimentare.

In poche parole, c’è poco da fare, coariandolo, accattatiell’!

Gli esperti consigliano: una sessione a settimana di Indiano per i prossimi 6 anni. Dopotutto, se non uccide, fortifica!

.

 

 

 

 

elena aceto

Published by
elena aceto

Recent Posts

5 antipasti di Natale facili e irresistibili che faranno impazzire tutti a tavola: provali subito

Il Natale in tavola si arricchisce così di proposte versatili, capaci di coniugare tradizione, eleganza…

10 ore ago

Il pandoro non sarà più lo stesso se provi questa ricetta: l’ho trovata nel diario segreto della nonna (è spaziale)

La crema al mascarpone è un accompagnamento ideale non solo per il tiramisù, ma anche…

13 ore ago

Arriva perfetta al pranzo di Natale: queste zuppe super-detox ti sgonfiano in una settimana

Tra le varie proposte, spiccano le zuppe detox, un’opzione gustosa e salutare che promette di…

17 ore ago

Mandorle pralinate come quelle dei mercatini natalizi: ti svelo il segreto della nonna per farle in 5 minuti

Ogni anno, quando inizia a fare freddo e le luci cominciano a spuntare qua e…

2 settimane ago

Spesa più cara: quanto ci costerà la nuova tassa sul cibo proposta dall’Europa

In queste settimane si parla molto di una possibile novità che potrebbe riflettersi direttamente sul…

2 settimane ago

3 colazioni pronte in un minuto con 4 ingredienti: semplici, veloci e buonissime

Quando la mattina inizia con la corsa contro il tempo, scegliere cosa mangiare diventa una…

2 settimane ago