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Burro di arachidi: buono sì, ma è davvero sano? Il test che dice tutto e di più

Sempre più presente sulle tavole italiane, il burro di arachidi è un alimento ricco ma non privo di rischi. Ecco cosa sapere su ingredienti, benefici e pericoli.

by Diego Rossi
28 Maggio 2025
in Food
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Burro di arachidi

Burro di arachidi, ma è davvero sano -dailyfood.it

Negli scaffali dei supermercati italiani, il burro di arachidi ha smesso di essere una curiosità esotica. È diventato parte delle abitudini alimentari quotidiane, con varianti cremose, croccanti o aromatizzate che rispondono ai gusti più diversi. Ci sono versioni biologiche, prodotte con solo arachidi tostate, ma anche barattoli ricchi di zuccheri aggiunti, oli vegetali e additivi.

Dietro questa varietà, si nasconde una realtà più complessa. Secondo un’indagine condotta dalla rivista tedesca Öko-Test, la qualità dei burri di arachidi in commercio varia molto, non solo per ingredienti e valori nutrizionali, ma anche per presenza di contaminanti potenzialmente dannosi.

Il processo produttivo, che prevede la tostatura delle arachidi e la loro trasformazione in crema, può generare sostanze come 3-MCPD e glicidil esteri, composti considerati cancerogeni. In parallelo, esiste il rischio di aflatossine, tossine prodotte da muffe che si sviluppano se le arachidi vengono conservate male. Per questo, leggere l’etichetta non è solo una questione di gusto, ma di sicurezza alimentare.

Esistono due tipologie principali: la versione “creamy”, liscia e omogenea, e la “crunchy”, più granulosa. Ma attenzione: solo i prodotti composti al 100% da arachidi possono essere considerati realmente naturali. Le cosiddette “creme” non contengono altri ingredienti, a differenza dei “burri” industriali, dove zuccheri e oli sono spesso presenti.

Nutrienti importanti ma bilanci da valutare

Dal punto di vista nutrizionale, il burro di arachidi è ricco di proteine vegetali, in media 25 grammi ogni 100 grammi di prodotto. Un valore che lo rende interessante per chi segue diete sportive o vegetariane. La presenza di grassi insaturi, in particolare l’acido oleico, lo avvicina ai benefici dell’olio d’oliva.

Contiene anche omega-6, che però vanno equilibrati con un adeguato apporto di omega-3, ancora troppo bassi nella dieta occidentale. Tra gli altri elementi presenti spiccano magnesio, zinco, fosforo e vitamina E, oltre a un buon contenuto di vitamine del gruppo B.

Burro di arachidi
Burro di arachidi, Il test che dice tutto e di più

Nelle versioni composte al 100% da arachidi, il contenuto di fibre può aiutare a prolungare la sazietà e migliorare il transito intestinale. Per questo motivo, la crema di arachidi può rappresentare un alleato nella gestione del peso, ma solo se integrata in una dieta bilanciata e abbinata a uno stile di vita attivo.

Il valore energetico resta comunque alto, e un consumo eccessivo può sbilanciare l’apporto calorico giornaliero. Anche chi cerca un prodotto naturale deve stare attento alla provenienza delle arachidi: le coltivazioni di India, Cina e Stati Uniti rappresentano la quota principale del mercato globale, ma alcune aziende italiane, come quelle che forniscono marchi Esselunga o Noberasco, usano arachidi coltivate in Italia, con filiere più tracciabili e controllate.

Prezzi, qualità e marchi: come orientarsi

Lo studio di Öko-Test ha passato in rassegna diversi prodotti in vendita nei supermercati europei, valutandoli per trasparenza degli ingredienti, presenza di contaminanti e rapporto qualità-prezzo. I risultati mostrano una forbice ampia: si va da barattoli a 7,11 €/kg, come quelli del marchio Maribel venduto da Lidl, fino a confezioni da quasi 40 €/kg, come quelle prodotte da Náttúra, destinati a un pubblico più attento alla filiera bio e al made in Italy.

Per i consumatori, questa varietà può disorientare. Ma alcuni criteri aiutano nella scelta: controllare che le arachidi siano l’unico ingrediente, verificare l’assenza di oli tropicali (come quello di palma), e preferire prodotti con filiera dichiarata. In mancanza di certificazioni o tracciabilità, è bene scegliere marchi che abbiano superato test indipendenti e trasparenti.

Il crescente interesse per questo alimento riflette un cambiamento delle abitudini alimentari, in cui la ricerca di gusto si combina con attenzione alla salute. Ma non basta fidarsi dell’etichetta “naturale”: solo un consumo informato e moderato garantisce i vantaggi senza esporsi ai rischi. E come spesso accade, la qualità si riconosce da ciò che non si vede a prima vista.

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