Una bambina di due anni e mezzo è finita in ospedale in gravi condizioni dopo aver mangiato un formaggio preparato con latte crudo. A scatenare il quadro clinico è stata la presenza di Escherichia coli, un batterio spesso rilevato nei prodotti caseari non pastorizzati. La piccola ha sviluppato una sindrome emolitico-uremica, complicanza rara ma estremamente pericolosa che colpisce soprattutto i più piccoli. Il caso ha riacceso l’attenzione sui rischi del latte crudo, da anni oggetto di allerta da parte delle autorità sanitarie, che sconsigliano fortemente il consumo di questi alimenti senza preventiva bollitura.
Cos’è il latte crudo e perché può essere pericoloso
Il latte crudo è il latte ottenuto subito dopo la mungitura, che non subisce alcun trattamento termico come la pastorizzazione o la sterilizzazione. Questi trattamenti servono a eliminare i microrganismi patogeni che possono contaminare il latte durante la raccolta e la lavorazione. Nel caso del latte crudo, l’assenza di una bollitura preventiva lascia aperta la possibilità che batteri come Salmonella, Listeria monocytogenes o Escherichia coli sopravvivano nel prodotto finale.

La contaminazione può avvenire in diverse fasi della produzione: durante la mungitura (attraverso il contatto con la pelle delle mammelle dell’animale o con strumenti non disinfettati), nella raccolta, nella fase di stoccaggio e distribuzione. Anche le mani degli operatori o le superfici di impianti e serbatoi possono trasmettere agenti patogeni, e il rischio aumenta se l’ambiente di produzione non rispetta standard igienici rigorosi. Sebbene molte aziende agricole adottino pratiche controllate, non esiste una sicurezza assoluta nella filiera del latte crudo non bollito.
Le norme igieniche da sole non bastano: anche un solo punto debole nella catena produttiva può compromettere l’intero lotto. È per questo che il Ministero della Salute insiste sull’obbligo di bollire il latte crudo prima del consumo, in particolare quando si tratta di bambini, anziani o persone con sistema immunitario fragile. I formaggi realizzati con latte crudo rientrano nella stessa categoria di rischio, soprattutto se freschi e consumati senza cottura.
Cos’è la sindrome emolitico-uremica e come colpisce i bambini
La sindrome emolitico-uremica (SEU) è una complicanza batterica che può verificarsi dopo l’ingestione di alimenti contaminati, in particolare derivati del latte crudo. I principali responsabili sono alcuni ceppi di Escherichia coli in grado di produrre tossine shiga o verocitotossine, molecole che danneggiano i vasi sanguigni e portano alla formazione di micro-coaguli nel sangue. Questi coaguli, una volta in circolo, vanno a interferire con la funzionalità dei reni, provocando un’insufficienza renale acuta.
I sintomi iniziali possono sembrare comuni: diarrea, spesso con sangue, vomito, dolori addominali. Ma nel giro di poche ore o giorni, il quadro può peggiorare drasticamente con pallore, diminuzione della diuresi, letargia, segni di sofferenza renale. In Italia si registrano circa 50 casi l’anno, quasi tutti nei bambini sotto i quattro anni, i più esposti per via della maggior vulnerabilità intestinale.
Non esiste un trattamento specifico per la sindrome: la terapia è di tipo sintomatico e di supporto, spesso con ricovero in reparti di terapia intensiva pediatrica. In alcuni casi si rende necessario il ricorso alla dialisi. Il tasso di mortalità è basso, ma le complicanze a lungo termine possono includere danni renali permanenti, ipertensione e problemi neurologici. Da qui l’importanza della prevenzione, che passa per il controllo della filiera alimentare e l’educazione dei genitori sul consumo di alimenti potenzialmente a rischio.
Una semplice bollitura, che consiste nel portare il latte a 100°C per alcuni minuti, è sufficiente a eliminare la carica batterica. Per legge, le macchinette che vendono latte crudo devono riportare l’avviso “Da consumarsi solo dopo bollitura”, ma questo messaggio spesso passa inosservato o viene sottovalutato. In contesti rurali o nei mercati a chilometro zero, dove il latte crudo è ancora acquistato per abitudine o fiducia nel produttore, è fondamentale non ignorare questa precauzione.