In ogni cucina ci sono, eppure spesso finiscono per marcire troppo in fretta. Le patate, se conservate nel modo sbagliato, si trasformano in pochi giorni: germogli, macchie scure e odori strani sono sintomi noti a chiunque le abbia dimenticate per un po’ in un angolo della dispensa. Il problema, però, non è solo il tempo: la temperatura, la luce, l’umidità e la scelta del contenitore sono tutti fattori determinanti. Eppure, pochi sanno che basta qualche piccolo accorgimento per allungare la vita di questo alimento così comune, senza sprechi.
Le regole base: buio, fresco e niente plastica
Il primo errore, molto diffuso, è mettere le patate in frigo. Sembra una scelta logica per mantenerle fresche, ma in realtà il freddo eccessivo trasforma gli amidi in zuccheri, alterando sia la consistenza che il gusto, e rendendole inadatte alla frittura o alla cottura classica. L’ambiente ideale è fresco ma non freddo, con una temperatura che oscilla tra i 7 e i 10 gradi, lontano da fonti di luce diretta e con buona ventilazione.

Serve anche attenzione all’umidità. Se il luogo è troppo umido, le patate cominceranno a marcire o a fare muffa. Meglio quindi evitare dispense chiuse o cantine senza ricambio d’aria. Un metodo semplice è sostituire i sacchetti di plastica con quelli di carta: così facendo, si favorisce la circolazione dell’aria, evitando la condensa e rallentando il processo di deterioramento. I contenitori di vimini, juta o rete sono perfetti: traspirano e tengono lontana la luce.
E poi c’è un trucco antico ma efficace: avvolgere le patate nei fogli di giornale. Non solo protegge dalla luce, ma aiuta a regolare l’umidità intorno al tubero. Anche una semplice scatola di cartone forata può funzionare, purché venga controllata ogni tanto e tenuta lontana da fonti di calore o umidità. Patate troppo vicine fra loro tendono a far marcire le più deboli: meglio lasciarle un po’ distanziate.
Alimenti nemici (e alleati) delle patate
Un altro errore frequente è conservarle insieme ad altri frutti o ortaggi, senza sapere che alcune combinazioni possono essere dannose. Le mele, ad esempio, rilasciano etilene, un gas che accelera la maturazione e stimola la germinazione delle patate. Tenerle vicine, quindi, può ridurne drasticamente la durata.
Al contrario, c’è chi suggerisce di aggiungere alcune cipolle crude nel contenitore delle patate: pare che certi composti contenuti nelle cipolle aiutino a tenere sotto controllo umidità e funghi. Anche in questo caso, è bene fare attenzione: le cipolle stesse devono restare asciutte e integre, altrimenti l’effetto si annulla.
Un altro punto spesso ignorato riguarda la verifica periodica delle patate conservate. Una sola patata rovinata può comprometterne molte altre. Controllare almeno una volta a settimana ed eliminare quelle con macchie, germogli lunghi o zone molli aiuta a mantenere le altre più sane a lungo.
Quando si vuole conservare un’intera scorta per periodi più lunghi, può valer la pena valutare il congelamento. Le patate non vanno mai congelate crude, ma solo dopo una prima cottura: bollite, saltate o trasformate in purè. Questo blocca gli enzimi responsabili del deterioramento e ti consente di riutilizzarle con facilità, senza perdere consistenza e gusto. Basta conservarle in porzioni singole e etichettare ogni contenitore con la data.