La corsa ai preparativi natalizi passa anche dal carrello della spesa, e la passata di pomodoro torna protagonista in tutte le cucine. Brasati, lasagne, polpette al sugo: ogni piatto comincia da lì. Ma quale scegliere tra le decine sugli scaffali? Altroconsumo ha pubblicato un’analisi comparativa su 30 marchi tra i più diffusi in Italia, valutando gusto, consistenza e, soprattutto, presenza di pesticidi, un parametro sempre più cruciale in un’epoca in cui la qualità agricola viene messa in discussione anche nei prodotti trasformati.
Tra le novità più evidenti c’è il fatto che non tutte le passate sono uguali: alcune superano a pieni voti i test sensoriali ma mostrano residui multipli di fitofarmaci, altre sono invece completamente pulite, anche a prezzi bassi. Il miglior prodotto in assoluto non è quello più costoso, un dato che smentisce molte convinzioni comuni sull’equazione “prezzo uguale qualità”. Un ribaltamento silenzioso ma significativo, che può cambiare le scelte della spesa prima delle feste.
Il peso dei pesticidi e perché influiscono davvero sulla qualità percepita
Altroconsumo ha effettuato screening approfonditi per individuare residui di decine di sostanze chimiche utilizzate nei campi, alcune delle quali difficili da rilevare nei derivati del pomodoro. Le analisi hanno riguardato anche acidità, consistenza, freschezza aromatica e presenza di sale, ma il focus centrale resta sulla pulizia del prodotto, soprattutto in vista di un uso prolungato nei piatti natalizi.

In termini normativi, quasi tutte le passate analizzate rispettano i limiti di legge, ma il dato interessante sta nella combinazione di residui riscontrata in diversi marchi. Alcuni prodotti, pur non essendo pericolosi, mostrano tracce multiple di fitofarmaci, e questo può far riflettere sulla qualità delle coltivazioni, i tempi di raccolta e la filiera. Una passata “buona” non è solo una questione di sapore: è anche la somma di attenzione agricola, velocità nella lavorazione e uso ridotto di trattamenti chimici.
Inoltre, il test ha evidenziato che non sempre i marchi premium eccellono in tutti i parametri. Alcune passate molto conosciute si fermano a metà classifica, mentre una marca di fascia media conquista il vertice, grazie a un equilibrio ben riuscito tra gusto, consistenza e totale assenza di residui. È un segnale forte in un mercato dove l’etichetta e la pubblicità contano molto più della sostanza reale. Ed è proprio questo aspetto che può cambiare le abitudini d’acquisto, in particolare nei periodi dove la cucina si fa più attenta e rituale.
La passata migliore sugli scaffali (e cosa controllare prima di acquistare)
A pochi giorni dai cenoni, la passata giusta può fare la differenza. Altroconsumo suggerisce di guardare l’etichetta con più attenzione: da lì si possono capire molte cose, come l’origine del pomodoro, la presenza o meno di sale aggiunto, e la consistenza del prodotto. Una passata troppo liquida tende a evaporare nei sughi lunghi, mentre una troppo densa rischia di coprire gli altri aromi. Il giusto mezzo è una passata che profuma, che tinge il cucchiaio ma non incolla, che racconta qualcosa del pomodoro da cui nasce.
Il consiglio generale resta quello di preferire passate con un solo ingrediente (pomodoro) e che dichiarano chiaramente la provenienza della materia prima. Le migliori del test hanno tutte un’origine italiana certificata, una consistenza equilibrata e un profilo aromatico semplice ma riconoscibile. Alcune etichette hanno superato tutti i controlli senza mostrare neanche una traccia rilevabile di pesticidi, il che rafforza l’idea che una filiera ben gestita possa garantire sicurezza e qualità anche nei prodotti da scaffale.
Il dato che più ha sorpreso gli analisti è proprio quello del rapporto qualità/prezzo. La passata vincitrice costa meno di un euro al litro e batte concorrenti ben più note. Questo dimostra che la bontà non è questione di marchio, ma di filiera, lavorazione e trasparenza. Per chi sta riempiendo la dispensa in vista delle festività, può essere l’occasione per cambiare marca, senza rinunciare al sapore. E senza sorprese nel piatto.
