Se a dirlo è lo chef pluristellato Massimo Bottura, converrebbe davvero seguire il suo consiglio. Secondo lui, infatti, una cosa non deve mai mancare in un ristorante e, qualora non ci fosse, i clienti dovrebbero andarsene senza pensarci troppo.
Bottura è uno chef di fama mondiale, negli anni della sua carriera è diventato un vero e proprio luminare dell’alta cucina, per cui sa bene quali sono “gli ingredienti” per far funzionare un ristorante e far stare i clienti a proprio agio all’interno di un locale.
Cosa non deve mancare in un ristorante, le parole di Massimo Bottura
Capita spesso che Massimo Bottura parli di quali siano gli elementi che un buon ristorante deve avere, suggerimenti riguardo a quello che un locale importante e di un certo livello deve avere. Quando si sceglie un luogo piuttosto che un altro, secondo il famoso chef ci sono elementi imprescindibili che non devono mai mancare.

E’ logico che anche “l’occhio faccia la sua parte”, per cui piatti, bicchieri, tovaglia e in generale la location devono rispettare determinati canoni, ma secondo Bottura c’è qualcosa che non dovrebbe assolutamente mancare, un elemento che sarebbe anche sottovalutato e che invece è importantissimo. Se a dirlo è uno chef il cui ristorante è stato premiato per ben due volte come migliore al mondo, poi, bisogna sicuramente fidarsi.
Per Massimo Bottura in un ristorante non dovrebbe mai mancare la musica, l’ha detto tempo fa in un’intervista: “Viva la musica nei ristoranti. Ma attenzione al volume, perché anche quello riflette la cultura dello chef“. Parole espresse in un dibattito avviato dal maestro Piovani, secondo cui non si dovrebbe mangiare con la musica. Ma per lo chef stellato un po’ di sottofondo musicale non solo non guasta, ma sarebbe anche piacevole e farebbe parte dell’esperienza gastronomica che i clienti si apprestano a vivere.
Chiaramente si deve fare attenzione al volume che, se eccessivo, rischia di disturbare chi è seduto a tavola. Secondo Bottura, però, il sottofondo musicale deve rispecchiare l’armonia del locale, dunque, coerente con la location, i piatti e la filosofia dello chef, perché: “(…) Il suono non sovrasta ma accompagna il gusto“. E’ evidente come per il famoso chef parliamo, quindi, di un elemento imprescindibile all’interno di un buon ristorante, lui nei suoi locali, ha curato personalmente le playlist cercando qualcosa che potesse accompagnare le varie offerte gastronomiche.