Fai da te
di Chiara Lauretani 25 Giugno 2018

PIANTALA! vi porta l’ananas direttamente sul vostro terrazzo

Torna l’appuntamento con PIANTALA! e questa settimana tocca all’ananas, frutto tropicale che si adatta perfettamente anche alle temperature milanesi.


A me la frutta piace tutta, ma proprio tutta. Ciò nonostante – fossi costretto con la forza a stilare una classifica- al penultimo posto metterei il melone, che si salva in zona Cesarini solo in merito a del buon prosciutto crudo, e, all’ultimo, senza ombra di dubbio, collocherei l’ananas. A prescindere dai gusti, per quanto concerne la coltivazione, l’ananasso è una delle piante più soddisfacenti che possiate far crescere in vaso. La maggior parte della gente non sa che è possibile coltivare un ananas in casa utilizzando il ciuffo di foglie che si trova in cima al frutto, ovvero, la parte che generalmente scartiamo. Il metodo di coltivazione, in piccolo, è lo stesso che adottano le grandi aziende ortofrutticole, infatti, a causa delle selezioni avvenute nel corso dei secoli, nei frutti in commercio nei nostri supermercati è veramente difficile trovare dei semi.

Xananax

L’ananas è una pianta originaria del sud America, la letteratura narra che il primo europeo ad imbattersi in questo frutto fu proprio Cristoforo Colombo, in seguito, gli spagnoli lo introdussero – come la patata ed il pomodoro- nel vecchio continente. Alcuni reperti storici gettano però dei dubbi sulla provenienza dell’ananas, esistono mosaici risalenti all’epoca romana raffiguranti dei frutti del tutto simili che rendono plausibili ipotesi sulle sue presunte origini in terre già conosciute ai tempi dell’impero come l’Asia ed il nord Africa.

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Poco importa, l’ananas, insieme al cocco, è stato uno dei primi frutti exotic ad imporsi nella cultura di massa italiana a partire dagli anni 80. Mio padre continua ad ordinarselo al ristorante imbevuto nel maraschino. Orrore. Ancora oggi, l’ananas in scatola, è il frutto “confezionato” più venduto al mondo. Negli ultimi anni, la diffusione dell’ananas è stata favorita dalla proliferazione d’integratori e prodotti erboristici che ne utilizzano i principi contro la ritenzione idrica e la cellulite. L’ananas contiene ingenti quantità di bromelina, una potente sostanza anti infiammatoria capace di incentivare l’eliminazione delle tossine e dei metalli pesanti ed è famoso per le sue proprietà digestive, in particolare, è il miglior alimento per incentivare la sintesi delle proteine della carne, motivo per il quale è spesso abbinato al maiale. Insomma, almeno dal punto di vista organolettico, la pizza hawaiana sembra funzionare perfettamente.

Ma tornando a noi, come si coltiva un ananas se si vive in Italia e, ancor di più, se magari si vive al nord ed in zone poco temperate dello Stivale? Dovrete munirvi di un po’ di pazienza, ma la coltivazione dell’ananas, sorprendentemente, è una delle più semplici e soddisfacenti, nonostante le sue origini tropicali, è una pianta in grado di fruttificare anche in appartamento.

Il primo passo è scegliere un ottimo frutto, sano e preferibilmente un poco acerbo. Al momento dell’acquisto, Premuratevi di controllare che tutte le foglie siano verdi E che sul corpo dell’ananas non siano presenti puntini marroni. Ovviamente, se possibile, è sempre meglio optare per un frutto biologico. La maggior parte dei frutti tropicali -provengano essi dal sud America, dall’Oceania o dall’Asia- dovendo compiere dei tragitti molto lunghi sono spesso trattati con delle sostanze. Ci sono diversi metodi per iniziare a coltivare l’ananas, da quello con il coefficiente di “sbatti” minore a quelli un po’ più complicati. Tutti portano a dei risultati soddisfacenti, potete provare entrambe le metodologie ed in seguito farci sapere quella che ha funzionato più efficacemente.

Il primo metodo è quello un po’ meno tecnico ma che comporta un maggior spreco di frutta, consiste nel tagliare la calotta apicale dell’ananas ad un paio di cm dal ciuffo mantenendo quindi una sottile fetta di polpa. A questo punto, potete scegliere se far seccare la polpa per almeno una notte ed in seguito porla in una bacinella (meglio se trasparente) o se porla in acqua fin da subito. Il contenitore va posizionato in una zona ben luminosa ma non a contatto diretto con i raggi solari, Per evitare la formazione di muffe, l’acqua della bacinella andrà cambiata frequentemente. Dopo 2\3 settimane dal vostro ananas saranno ben visibili le prime radici.

La seconda procedura, invece, comporta una rimozione del ciuffo più drastica che va eseguita con una certa attenzione, per effettuarla correttamente, bisogna afferrare con decisione il ciuffo e ruotarlo in direzione opposta al frutto con una mossa decisa cercando così di estrarlo senza arrecargli danni. In questo caso, la base del ciuffo va privata della polpa che rimarrà incastrata tra le piccole radici che, con questa procedura, saranno già visibili. Scoprite la base del ciuffo privandolo dei primi due o tre strati di foglie ed in seguito, come di routine, ponetelo in un bicchiere per due o tre settimane.

 pixabay

Ovviamente, queste procedure servono per ottimizzare il risultato, in natura gli ananas non vengono recisi, quindi, come con il seme di avocado o di quasi qualsiasi altra specie vegetale, potete scegliere se farlo precedentemente germinare o se farlo crescere direttamente a terra, se farlo seccare o se utilizzarlo fresco.

Terrazzi fioriti

Una volta cresciute le radici possiamo finalmente porre il nostro ananas a terra. La scelta migliore, come al solito, è quella di optare per un vaso di terracotta sul quale posizionare un primo strato di argilla espansa per migliorarne il drenaggio. Le dimensione non devono essere eccessive, basterà un contenitore con una circonferenza leggermente più ampia di quella della calotta dell’ananas. Quando lo trapianterete, assicuratevi di affondare il ciuffo per almeno un paio di centimetri, o meglio, per tutta la parte del fusto che avete scoperto dai primi strati di foglie. Utilizzate un terriccio universale comune -nel caso voleste proprio fare i secchioni- alleggeritelo con una parte di sabbia ed arricchitelo con del buon compost biologico. In alternativa, potete somministrare del fertilizzante liquido ad operazione conclusa.

Come ho già ripetuto più volte, con i frutti tropicali non è molto importante badare alla stagione perché, nel loro habitat naturale, non sono soggetti a questi sbalzi di temperature. Dovendo ricreare “artificialmente” queste condizioni l’unico accorgimento da tenere in considerazione è di non esporre mai la pianta a temperature inferiori ai 18 gradi. Anche in regioni dal clima temperato, questo sbalzo di temperatura pur non uccidendo obbligatoriamente la pianta potrebbe però bloccarne lo sviluppo vegetativo precludendovi così il vostro risultato principale: la produzione di un frutto.

L’ananas cresce perfettamente anche all’interno di un appartamento, a vostra discrezione o gusto, potete optare per spostarlo all’esterno quando le temperature lo permetteranno. Nel corso del primo mese a terra, per favorire l’attecchimento delle radici, è consigliabile mantenere il terriccio costantemente umido stando però attenti ad evitare un’ eccessiva irrigazione che, al contrario, favorirebbe il marciume. Il metodo migliore è la vaporizzazione della superficie del vaso con uno spruzzino. In seguito, potete procedere con delle irrigature tradizionali con una frequenza di circa un paio a settimana.

La pianta impiegherà almeno un anno ad entrare nella sua fase produttiva, se siete stati abili, l’ananas vi garantirà una splendida fioritura rosso\lilla ad inizio estate e la crescita del frutto caratterizzerà lo sviluppo successivo della pianta. Alle nostre latitudini e coltivandolo in vaso, sarà praticamente impossibile pervenire ad un frutto delle dimensioni che generalmente troviamo in commercio ma, in questo proliferare di piante baby selezionate artificialmente, il vostro piccolo ananas, posso assicurarvi, sarà una delle più grandi soddisfazioni abbiate mai raggiunto in anni di giardinaggio.

Tenete presente che questa è sempre e solo una rubrica un po’ hipster per potersi bullare con gli amici, per poter fare bella figura col ragazzo\a che ci piace.

Stasera pinacolada per tutti, ma vuoi mettere se l’ananas lo raccogli a Milano?

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Gli ananas, tecnicamente, sono infruttescenze, ovvero, un insieme di frutti più piccoli in aggregazione il cui aspetto finale ricorda quello di un frutto più grande. Senza stare ad addentrarci in spiegazioni tecniche fin troppo complicate, la differenza tra un frutto e un infruttescenze la si può riconoscere dalla forma del fiore. Facciamo degli esempi pratici, le fragole, in botanica, sono dette falsi frutti. I frutti della pianta della fragola, infatti, sarebbero i semini neri che per proteggersi sviluppano una sostanza mucosa rossa e dolce che finisce per agglomerarli tutti in un unico corpo. Casi forse più chiari ed emblematici sono quelli delle more e dei lamponi in cui anche l’occhio meno allenato può riconoscere la composizione aggregativa di tanti piccoli corpuscoli rotondi in un’unica bacca.

Home made pinacolada

L’ananas è un genere di piante appartenente alla famiglia delle Bromeliaceae, ovvero, piante che muoiono dopo la fioritura. Al termine della formazione dell’infiorescenza, infatti, le foglie di queste piante cominciano a seccare, Poche settimane dopo anche l’infiorescenza secca. L’intero processo di sfioritura e disseccamento della pianta può durare anche alcuni mesi nel corso dei quali la pianta emette dalla base uno o più polloni che daranno vita a nuove piante che, quando saranno adulte, fioriranno a loro volta. Nella famiglia delle bromeliace la categoria più famosa è quella delle Tillandsiae, piante ornamentali molto in voga ai giorni nostri delle quali molte specie sono in grado di sopravvivere senza terra. L’ananas non è altro che una speciale varietà della tillandsia coltivata per il suo frutto. Molte varietà, botanicamente, lo ricordano da vicino.

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