Starbucks, la multinazionale del caffè di Seattle, famosa per i golosissimi frappuccini e gli enormi muffins, ha annunciato di impegnarsi nel nuovo programma contro lo spreco alimentare Food Share.
L’azienda, che negli ultimi anni si è convertita sempre di più al green, ha deciso di collaborare con Food Donation Connection e l’organizzazione no-profit Feeding America per donare il 100% del cibo invenduto nei 7.600 punti vendita americani a chi ne ha bisogno.
Oltre ai pasticcini invenduti che, sempre in collaborazione con Food Donation distribuiva già dal 2010, d’ora in avanti Starbucks non butterà più nemmeno i piatti pronti e i bistro-box. La difficoltà nel donare questi tipi di alimenti stava proprio nel fatto che fossero freschi e deperibili, ma grazie all’organizzazione con le charities locali e un sistema di trasporto refrigerato, adesso potranno arrivare in 24 ore ai destinatari.
“Ci siamo impegnati nel mantenere la temperatura, la consistenza e il sapore del cibo, così che una volta arrivato potesse essere ancora gustato in sicurezza.” ha affermato Jan Maly, brand manager del gruppo.
L’idea è nata proprio dai dipendenti che hanno sentito il bisogno di fare di più per gli sprechi ed è stata poi approvata dal vice presidente per la Responsabilità Globale, Comunitaria e delle Politiche Pubbliche John Kelly.
Si tratta di un passo importante per una nazione in cui sia i dati sulla fame che quelli sugli sprechi sono spaventosi: secondo il Dipartimento Americano dell’Agricoltura, 15 milioni di bambini americani che vivono in famiglia soffrono la fame e altri 50 milioni di americani la combattono ogni giorno. Allo stesso tempo, Feeding America ha stimato uno spreco annuale di ben 32 milioni di chili di cibo.
Strabucks Newsroom - Una commessa Starbucks prepara il sacchetto per il Food Share
La sensibilità verso il tema dello spreco alimentare ha spinto altre catene come Chipotle, KFC, Taco Bell e Olive Garden ad adottare nuove politiche organizzative.
Oltre ai privati anche i paesi stanno intervenendo sulle proprie leggi in materia: la Francia lo scorso febbraio è diventata il primo paese al mondo a introdurre il reato di spreco alimentare e proprio in questi giorni anche l’Italia ha detto sì alla legge anti-sprechi.
Agli occhi di molti potrebbe non sembrare vero ma nel nostro paese esiste una forte povertà alimentare, aumentata negli ultimi anni con la crisi economica, secondo l’Istat nel 2014 oltre 4 milioni di italiani vivevano sotto la soglia della povertà alimentare, cioè la condizione di chi può permettersi solo una spesa alimentare povera per quantità e qualità.
Questo provvedimento dovrebbe rendere le pratiche di donazione più semplici: i prodotti agricoli rimasti in campo potranno essere raccolti e donati, il pane non venduto potrà essere ceduto nell’arco delle 24 ore dalla produzione e quando al ristorante avanzeremo del cibo potremo portarcelo a casa con una “family bag”.
Decisioni che sembrano coincidere con un’altra recente notizia che riguarda il nostro paese: per la gioia di tutti i fan golosi proprio Starbucks, dopo anni di tentativi, aprirà in Italia l’anno prossimo nel centro di Milano. Siete pronti a posare in piazza Duomo per il selfie con il bicchierone in mano?