Society
di Chiara Lauretani 10 Aprile 2018

Celiachia e nazismo: quando meno te lo aspetti

Un pediatra tedesco nel 1944, durante la grande carestia causata dall’invasione nazista, scoprì cosa faceva stare male i celiaci.


il grano Pixabay - Il grano

La celiachia è una malattia dell’intestino tenue di cui si è sentito parlare molto spesso negli ultimi anni. Forse troppo.

Conosciuta ai più come la malattia che non ti permette di assimilare cibi che contengono la proteina del glutine, si stima che al giorno d’oggi ne soffra almeno l’1% della popolazione; una volta riconosciuta la presenza della malattia, l’unico modo per vivere una vita alimentare senza pensieri è quella di adottare una dieta nella quale non sia presente nessuna traccia della proteina del glutine. Alimentarsi secondo una dieta gluten free, senza essere effettivamente celiaci, è una delle bufale più grosse girate attorno a questo argomento (oltre ad essere un’alimentazione sbagliata per tutti coloro che non soffrono di celiachia).

Nel 2018 la ricerca scientifica per la celiachia continua e nel frattempo nei ristoranti, nei supermercati, nei bar e nei bistrot la voce gluten free non manca mai.

Nota interessante riguardo questa malattia è la sua origine e la sua scoperta nel corso della storia. Uno dei medici, che più di tutti, ha dato un’enorme contributo alla ricerca e allo sviluppo della cause della celiachia è stato Willem Karel Dicke, un pediatra tedesco che negli anni ’40 arrivò alla conclusione di quella che sarebbe stata la prima dieta gluten free della storia.

Dicke, che scoprì l’esistenza della malattia negli anni ’30, notò delle particolarità che lo avrebbero portato ad una svolta durante l’occupazione nazista dei Paesi Bassi duranti gli anni ’40, lavorando in un ospedale dove aveva a che fare con bambini affetti da celiachia.

Nel 1944 infatti l’inverno fu ricordato da tutti come l’inverno della fame, per la grande carestia di pane, patate e cereali che interessò tutto il Paese. Gli alimenti dunque che stavano alla base dell’alimentazione tedesca erano praticamente scomparsi, e proprio in questo clima di carestia, Dicke notò come i suoi piccoli pazienti, che fino a quel giorno continuavano a stare male e a deperire, d’un tratto migliorassero visibilmente.

‘Il lavoro rende liberi’ era il motto all’ingresso dei campi di concentramento Pixabay - ‘Il lavoro rende liberi’ era il motto all’ingresso dei campi di concentramento

La faccenda era piuttosto facile: l’assenza repentina di pane e cereali all’interno della dieta alimentare dei bambini celiachi e il loro immediato miglioramento era la chiave per far capire al dottor Dicke che tutto quello di cui si erano nutriti fino a quel momento quei bambini, non solo era completamente sbagliato ma era la causa scatenante di quel malessere fisico. Eureka! 

Fu un punto di grande svolta, l’inizio di una grande ricerca, che portò enormi progressi all’intero del mondo della celiachia; la maggior parte degli studi successivi alla seconda guerra mondiale si basano sui risultati ottenuti dal dottor Dicke, che partendo dalla scoperta del 1944, iniziò a stilare la prima dieta gluten free della storia (il primo frutto che pensò essere perfetto per i suoi pazienti era la banana).

 

La morale della favola? 

Non c’è: i nazisti rimaranno sempre dei grandissimi stronzi, però l’uomo, a volte, anche nelle situazioni avverse può scoprire cose inaspettate.

 

 

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