Society
di redazione 9 Ottobre 2018

Quando dici Amatriciana in realtà dici anche Gricia

Un giorno la Gricia avrebbe inventato l’Amatriciana.


La Gricia è un’Amatriciana pulita

Sono due facce della stessa medaglia, l’una compensa l’altra e se non fosse esistita la prima non sarebbe nata la seconda.

Stiamo parlando della Gricia e dell’Amatriciana, due primi piatti tutti laziali che si preparano con ingredienti esclusivamente local. La loro origine è talmente lontana nel tempo da non avere una data zero, è parte integrante della tradizione popolare dei laziali, tramandata con cura di generazione in generazione. Sono l’antitesi l’una dell’altra, fatte con praticamente gli stessi ingredienti ma che portano a due risultati totalmente differenti. Cerchiamo di capire una volta per tutte chi è nata prima ma sopratutto cosa bisogna metterci dentro senza far arrabbiare nessuno. 

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La Gricia può essere banalmente definita la versione “in bianco” della cugina Amatriciana proprio perché a comporre questo piatto c’è una triade di ingredienti che ci servirà anche per l’Amatriciana: guanciale, pecorino romano e pepe.

Il guanciale non è uno a caso, ma quello di Amatrice, la città dei cuochi dei Papi che grazie ai suoi pascoli, la sua acqua e la sua carne di primissima scelta rende questo piatto così speciale proprio per la qualità dei suoi ingredienti. Anche il pecorino non sente storie: deve essere quello romano, pungente al gusto e dall’odore intenso.

Basta un tocco di pomodoro per cambiare tutto

La leggenda narra che la pasta alla Gricia sia l’antenata della vicina Amatriciana; un pasto veloce creato con ingredienti comuni ai pastori di ritorno dai campi. La scelta della pasta in questo piatto è leggermente più libera dell’Amatriciana, in cui sono d’obbligo i bucatini: per la Gricia si consiglia una pasta corta ma di sostanza, come ad esempio i rigatoni, larghi abbastanza per poter contenere le fette di guanciale.

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Una Gricia diventa Amatriciana quando si colora di rosso grazie all’entrata in scena della passata di pomodoro: per far sì che un’ Amatriciana sia degna del nome che porta, dovete far sfrigolare un poco di cipolla con olio extra vergine di oliva, aggiungere il guanciale di Amatrice, la passata di pomodoro, pepare, salare e infine spolverare con pecorino romano DOP.

E’ un po’ come descrivere il paradiso. 

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